I numeri da record del settore turistico, fatti registrare durante le festività natalizie, hanno avuto come ricaduta, un aggravio di lavoro per il sistema dell’emergenza/urgenza.
Secondo i dati elaborati dalla Centrale Unica del Soccorso della Valle d’Aosta (CUS), nel periodo dal 21 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020, le chiamate al 112 sono state 4372 (575 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).
Di queste, 2870 (2816 nello stesso periodo del 2018) sono state prese in carico dal 118, di cui 465 processate in codice di priorità rosso (16%); 380 in codice verde (13%); 237 in codice giallo (9%) e 808 in codice bianco (28%). 980 le chiamate al 118 per richiesta di informazioni. Le missioni in ambulanza sono state, complessivamente, 2345.
“Il numero di chiamate al 112-118 e il conseguente aumento di lavoro dell’emergenza territoriale – spiega il dottor Luca Cavoretto, responsabile del Soccorso Sanitario 118 – ha impegnato gli operatori della Centrale Unica e di conseguenza i mezzi di soccorso ma non abbiamo registrato situazioni di criticità, grazie alla collaborazione tra i gli equipaggi dei soccorritori dipendenti e i volontari del soccorso e grazie anche alla sinergia con la struttura di PS, destinazione finale di buona parte dei nostri interventi.”
Il Soccorso Alpino Valdostano ha preso in carico 370 chiamate (295 nello stesso periodo del 2018). Le missioni di soccorso in elicottero sono state, in totale, 165.
“L’attività di elisoccorso condotta dai tecnici del Soccorso Alpino Valdostano e dai medici rianimatori a bordo (senza dimenticare, naturalmente, la componente aeronautica Pilota-e specialista) – dice Paolo Comune, Direttore del SAV – ha segnato numeri di tutto rispetto ma, comunque, in linea con la media degli anni precedenti, salvo alcune giornate di “picco”. La disponibilità di due elicotteri di soccorso, SA1 e SA2 e il coordinamento degli operatori del SAV e del 118 in CUS ha permesso di gestire al meglio tutte le missioni, senza problemi particolari”.
Sono state 253 le chiamate al Corpo Valdostano dei Vigili del Fuoco (353 nello stesso periodo del 2018).
“Gli interventi di maggior rilievo nel periodo considerato – spiega il Comandante Salvatore Coriale – sono relativi all’emergenza generata dalla frana di Villeneuve cha ha impegnato entrambe le componenti del Corpo valdostano VVF (professionisti e volontari), mentre sul fronte degli incendi sono state complessivamente 23 le richieste d’intervento, ma senza particolari criticità nella notte di Capodanno”.
Il Corpo Forestale della Valle d’Aosta ha preso in carico 653 chiamate (452 nello stesso periodo del 2018). Le principali segnalazioni pervenute riguardano la presenza di cani vaganti o smarriti, incidenti a causa di fauna selvatica, richiesta di sopralluoghi per dissesti, alberi caduti e richieste di servizi di pubblica sicurezza su piste da sci.
“Le segnalazioni al Corpo Forestale sono aumentate sensibilmente – commenta il Comandante Luca Dovigo – a dimostrazione di una maggiore attenzione nei confronti delle tematiche ambientali. Fortunatamente i botti di Capodanno non hanno provocato incendi boschivi, anche grazie alle attività di preallerta e pattugliamento notturno che abbiamo messo in atto”.
La Protezione civile ha gestito 226 chiamate (181 nello stesso periodo del 2018).
“Le principali attività prese in carico – sottolinea la dirigente regionale Sara Ratto – hanno riguardato problematiche di viabilità, gestione delle procedure di allertamento per pericolo valanghe, gestione delle segnalazioni di frane verificatesi sul territorio”.
Al Pronto soccorso dell’ospedale regionale Umberto Parini di Aosta, nel periodo dal 23 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020, sono stati registrati 2739 accessi (di cui 859 per trauma, 30 per incidente stradale, 432 per malore o malattia). 23 i codici rossi (molto critico), 206 i codici gialli (mediamente critico); 1418 i codici verdi (poco critico); 1061 i codici bianchi (non critico).
Gli accessi al Pronto soccorso per infortunio durante attività sciistica sono stati 431, di cui l’80% su sci, il 19% su snowboard, l’1% su slittino/bob. L’83% degli infortunati ha dichiarato di indossare il casco al momento dell’infortunio. L’86% degli infortuni su sci/snowboard è dovuto a caduta accidentale, il 12% per scontro con altro sciatore, il 2% per altre cause. 373 pazienti con accesso da infortunio su sci/snowboard sono stati dimessi dal Pronto soccorso; 40 sono stati ricoverati (di cui 21 nel reparto di ortopedia e Traumatologia).
“Il flusso di accessi in Pronto soccorso fa registrare numeri importanti – spiega il dottor Stefano Podio, Direttore del Me.C.A.U., Medicina e Chirurgia d’Accettazione e Urgenza e Medicina Territoriale/118 – ma la struttura è preparata e organizzata in modo da fornire una risposta appropriata.”