Frode nell’appalto piscine, il pm chiede condanne per 4 anni e mezzo

Si è chiusa oggi la discussione del processo con rito abbreviato nei confronti di quattro rappresentanti della “Regisport” e delle associazioni sportive “Aosta Nuoto” e “Natatio Omnibus”. La Regione ha abbandonato la costituzione di parte civile.
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Cronaca

Si è chiusa oggi, mercoledì 5 febbraio, la discussione del processo, in corso con rito abbreviato dinanzi al Gup Davide Paladino, su una presunta frode nell’appalto delle piscine regionali di Aosta, Pré-Saint-Didier e Verrès. Gli imputati sono quattro, tra rappresentanti della società aggiudicataria dell’appalto triennale bandito dalla Centrale unica di committenza nel 2017, la “Regisport”, e delle due associazioni sportive cui questa, secondo la Procura, avrebbe “subappaltato” l’organizzazione di lezioni di nuoto, a durate e prezzi ritenuti inferiori a quelli previsti dal capitolato.

Il pm Luca Ceccanti, che ha coordinato le indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri, nella sua requisitoria ha formulato le richieste di pena al giudice. Le più elevate – un anno e 6 mesi di reclusione, assieme a 3mila euro ciascuno – riguardano Gianluca e Maurizio Fea (rispettivamente membro del Consiglio di Amministrazione della “Regisport” e legale rappresentante della “ASD Natatio Omnibus”), difesi dall’avvocato Maria Rita Bagalà.

Per Nicola Abbrescia (legale rappresentante della “Regisport”, assistito dall’avvocato Andrea Giunti), il pubblico ministero ha chiesto un anno di carcere e 3mila euro, mentre per Pamela Sorbara (legale rappresentante della “ASD Aosta Nuoto”, difesa dall’avvocato Laura Marozzo) 5 mesi e 10 giorni, con 300 euro di multa. I legali, nell’invocare le assoluzioni dei rispettivi clienti al termine delle arringhe, hanno richiamato anche le indagini difensive svolte – imperniate sulle modalità con cui è stato gestito sino ad oggi l’appalto – per cui quello contestato dalla Procura come subappalto sarebbe, in realtà, un “affitto di spazi d’acqua”.

La Regione si era costituita parte civile, in una precedente udienza. Oggi, tuttavia, nessun rappresentante dell’avvocatura interna si è però presentato in aula per prendere parte alla discussione. Non avendo presentato delle conclusioni (con l’indicazione di pretese nei confronti degli imputati), la costituzione viene intesa come abbandonata e il giudice non stabilirà pertanto, in caso di condanna, eventuali risarcimenti a favore dell’ente. Il Gup ha rinviato all’udienza del prossimo 18 febbraio, per le eventuali repliche dell’accusa e controrepliche delle parti, dopo le quali è attesa la sentenza.

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