Prima di quella che ha condotto al sequestro di cinquecento formaggi destinati alla filiera DOP ad Aurelio Jacquemod, titolare dell'azienda agricola a Les Orgères di La Thuile, un'altra indagine, di cui si è appreso solo ora, aveva riguardato il figlio Patrick, 29 anni, anch'egli allevatore. Condotte dal Corpo Forestale della Valle d'Aosta e coordinate dal Pubblico ministero Carlo Introvigne, le attività investigative si sono chiuse con la contestazione al giovane – e ad un'altra persona che, stando a quanto emerso, avrebbe agito in concorso con lui – dei reati di furto di bestiame e di macellazione clandestina.
La vicenda ha origine nello scorso giugno, quando dal controllo di un gregge di pecore al pascolo risultano mancarne quattro all'appello. Tempo dopo, in un dirupo, vengono trovati dei residui animali, gettati là dopo una macellazione eseguita evidentemente non seguendo le procedure. Gli inquirenti lavorano alle possibili connessioni tra i due episodi e, esaminando le immagini di una telecamera di videosorveglianza situata su una strada che porta alla zona del ritrovamento, individuano un mezzo riconducibile al giovane. Durante una successiva perquisizione domiciliare, il ritrovamento di carne di pecora, senza che gli agenti ricevano giustificazioni convincenti sulla sua provenienza, corrobora la tesi accusatoria.
L'ipotesi maggiormente accreditata è che, più che di un furto di capi vero e proprio, possa essersi trattato di un atto conseguente a screzi tra allevatori: nel gregge erano presenti numerosi animali e pochi sono quelli sottratti. A Jacquemod e all'altro indagato la Procura ha inviato, nelle scorse settimane, l'avviso di conclusione delle indagini, contenente le contestazioni mossegli. Nella loro facoltà vi è chiedere di essere interrogati, o depositare memorie difensive. Seguirà, alla luce di eventuali nuovi elementi forniti, l'archiviazione, o l'emissione del decreto di citazione a giudizio, che segnerà l'avvio vero e proprio del processo.