Giallini-Schiavone sbarca a palazzo regionale ed è subito show

L’attore che interpreta il Vicequestore Rocco Schiavone ha ricevuto ieri, giovedì 16 maggio, l’onorificenza di Ami de la Vallée d’Aoste assegnatagli l’anno scorso. Nemmeno ieri ha rinunciato al suo essere scoppiettante.
Marco Giallini a Palazzo regionale.
Cultura

“So’ arrivato ‘n ritardo”. Nominato Ami de la Vallée d’Aoste lo scorso anno, Marco Giallini non rinuncia ad essere scoppiettante nemmeno nel momento più istituzionale della sua permanenza in Valle, la consegna dell’onorificenza, nella serata di ieri, giovedì 16 maggio, a palazzo regionale. Neppure quando, inciampando in un lapsus, il presidente del Consiglio Permanente degli Enti Locali Franco Manes (ma non è certo stato l’unico, in questi anni) si è riferito all’“ispettore Rocco Schiavone”, anziché al Vicequestore, è riuscito a trattenere un sonoro: “l’ha degradato…”.

Ricevuta la medaglia, l’attore romano si è lanciato nell’esclamazione “Poudzo!”, accompagnata dal pollice in alto: “lo vedi – ha aggiunto, rivolgendosi all’assessore Laurent Viérin, al suo fianco assieme al presidente del Consiglio Emily Rini – piano piano, una parola all’anno…”. Dopodiché, smesso per un attimo il personaggio da macchina da presa, ha dedicato alcune riflessioni alla regione in cui ha trascorso, per lavoro, periodi crescenti: “è un posto fantastico. Mi sveglio la mattina, vedo la montagna… Il primo anno uscivo, a volte, in desabillé e mi prendeva un colpo. Non ero abituato alla botta secca del freddo”.

Su tutto, però, il protagonista di “Domani è un altro giorno” sottolinea l’attitudine mostrata dai valdostani. “Faccio la foto pure con le mele, – ha esclamato divertito – me la sono fatta con tutta la Valle d’Aosta”. Però, “vedere che ti salutano così calorosamente, pare di trovarsi a Trastevere”. Per carità, “prima di darti confidenza ci mettono tre-quattro anni”, mentre “noi siamo un po’ più diretti”, ma “credo di essermi comportato bene. Ecco, diciamo così”. Alla fine, quassù, “mi son fatto pure troppi amici, di quelli che vengono a bussarti alle 2 e ‘Marco, andiamo…’. Eh, ma qui alle 8 è tutto chiuso”.

Lo sbarco di Giallini in piazza Deffeyes (anche se, proprio in questo ciclo di riprese della serie del poliziotto più atipico d’Italia, ci era già stato, perché alcuni locali della presidenza del Consiglio sono stati “trasformati” in uffici del Casinò) ha portato con sé l’inevitabile domanda: Rocco Schiavone tornerà l’anno prossimo? “Io tornerò”, ha risposto l’attore, per il resto “bisognerebbe chiedere alla produzione”. Chiamata in causa, Maddalena Rinaldo, produttrice creativa della serie, a quel punto, ha concesso un minimale: “Schiavone torna”.

La quarta serie de “Il Vicequestore Schiavone” è quindi un progetto concreto. Chissà cosa ne pensa Antonio Manzini, scrittore dalla cui penna è nato il personaggio interpretato da Giallini. Lo scibile dei suoi libri, inclusi gli ultimi due centrati sulla Casa da gioco, è stato trasposto pressoché integralmente sul piccolo schermo e tutto fa presagire che, a breve, sarà chiamato agli straordinari per creare materiale utile a proseguire la fiction. Nel mentre, Marco Giallini chiude le valige: oggi tornerà nella sua Roma. Ormai abituato a resistere al clima alpino in jeans, giacca e t-shirt (mise adottata anche per la cerimonia di ieri), non ha da temere per i dolori di schiena. E potrà dire un grazie di più alla Valle.

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