Alla vigilia dell’assegnazione delle cattedre per il prossimo anno scolastico, la Regione ha dovuto inserire in graduatoria, nella cosiddetta terza fascia (cioè per le scuole dell’infanzia e primarie), otto insegnanti che ne erano escluse e si erano per questo rivolte al giudice del lavoro, chiedendo il riconoscimento del valore abilitante del loro titolo di studio: il diploma magistrale, conseguito prima dell’anno scolastico 2001/2002.
L’ordinanza con cui il magistrato, Eugenio Gramola, ha dato ragione alle docenti (attualmente in servizio come supplenti, in forza di graduatorie d’istituto) è della metà di luglio. La Regione, con una delibera immediatamente successiva ha deciso di proporre reclamo alla decisione del Giudice, ma l’udienza in cui verrà discussa l’opposizione non è ancora stata programmata. Il percorso giuridico delle docenti, tuttavia, è stato ben più lungo e complesso.
Il ricorso originale, dell’avvocato Sacha Bionaz per conto del sindacato Snals, era infatti del dicembre 2015. La prima udienza dinanzi al giudice del lavoro si era tenuta nel marzo 2016. In quell’occasione, il magistrato aveva rilevato una pluralità di pronunciamenti di vari organi, non sempre concordanti, rispetto al valore del titolo di studio (e quindi al diritto ad essere inserite nelle graduatorie, o meno). La questione era quindi stata rimandata al pronunciamento dell’udienza plenaria del Consiglio di Stato.
Il tempo passava, però, e gli ingranaggi delle graduatorie e del mondo della scuola continuavano a girare. Per le insegnanti, che inizialmente erano in dodici, essere inserite nella terza fascia avrebbe significato la possibilità di accedere ad un impiego a tempo indeterminato, senza concorso. L’avvocato Bionaz aveva quindi deciso di non aspettare ancora, depositando, alla fine di giugno, un ricorso cautelare "in corso di causa".
La Regione si era costituita per difendersi, come già fatto nel caso precedente, e le parti erano così arrivate dinanzi al giudice, per l’udienza di metà luglio. In quel caso, il magistrato decide: ricorso da rigettare per quattro docenti (che, in passato, avevano già chiamato in contraddittorio l’Amministrazione, risultando soccombenti), ma le altre otto vanno inserite “con riserva” nelle graduatorie. Le insegnanti hanno quindi segnato il primo punto e potranno concorrere all’assegnazione di una cattedra per l’anno scolastico venturo. La partita, però, non è ancora chiusa. Oltre al reclamo della Regione, resta infatti da discutere il ricorso principale, con l’udienza fissata nel prossimo dicembre.
"La guerra tra poveri dei precari della scuola"
La pronuncia del giudice del lavoro ha portato ad una modifica delle graduatorie "per cui alcuni ricorrenti hanno visto legittimamente
riconosciuto un loro diritto – scrive in una nota il Savt – a scapito di altri aspiranti che dalla sera alla mattina sono tragicamente scesi di posizione in graduatoria e, quindi, hanno visto sfumare in un lampo le proprie aspettative a lungo accarezzate".
Il sindacato lamenta "la grave situazione" che si è creata in seguito ai numerosi cambiamenti di giurisprudenza sulla validità dei titoli validi per l’insegnamento e sulle modalità per il reclutamento degli insegnanti stabilite dal Ministero dell’Istruzione è in una nota il Savt Ecole.
Oggi e domani si terranno le convocazioni per l’attribuzione degli incarichi di supplenza per gli insegnanti precari della Valle d’Aosta.
"Alla data odierna il quadro è ancora molto instabile e carico di confusione, perché gli aspiranti ad una supplenza (tutti in possesso del titolo di accesso valido per l’insegnamento) si trovano suddivisi in varie categorie" aggiunge il Savt. Da chi è inserito a pieno titolo nelle GAE dal 2000 in poi; ai diplomati magistrali entro il 2002 che si sono visti riconosciuti il valore abilitante del diploma magistrale soltanto nel 2014 e che si sono rivolti chi al Giudice del Lavoro, chi al Tar, chi al Consiglio di Stato per vedersi riconosciuto il diritto all’inserimento nelle GAE; ai diplomati magistrali entro il 2002 che non hanno ottenuto ancora nemmeno la sentenza cautelare e che sono in attesa di un pronunciamento.
Infine il sindacato punta il dito contro il concorso docenti con "esiti disastrosi per le prove scritte". In alcune classi di concorso nessun candidato è risultato idoneo. "Questo impone delle serie riflessioni sull’opportunità o meno di promuovere concorsi che costano alla comunità e che non rispondono poi alla richiesta di stabilizzazione".