Il grido degli avvocati di Aosta: “Liberate i colleghi turchi detenuti”

Una deliberazione del Consiglio dell’Ordine chiede al governo di intervenire “urgentemente perorando con determinazione l’applicazione dell’amnistia” nei confronti dei legali in carcere nella penisola anatolica.
avvocati legge
Cronaca

Anche gli avvocati dell’Ordine di Aosta chiedono “la liberazione immediata degli avvocati turchi detenuti”, auspicando che il governo italiano “intervenga urgentemente perorando con determinazione l’applicazione dell’amnistia nei confronti dei colleghi detenuti”. La rivendicazione è contenuta in una delibera adottata lo scorso 14 maggio dall’organo presieduto dall’avvocato Domenico Palmas, che ricorda anzitutto come il 2020 sia stato proclamato dal Consiglio Nazionale Forense come l’“anno dell’avvocato in pericolo nel mondo”.

I legali della Valle ricordano poi come i colleghi turchi siano “ristretti in carcere per aver esercitato la professione forense secondo i principi di autonomia, libertà ed indipendenza, valori irrinunciabili e fondamentali per l’esercizio della professione di avvocato”. Inoltre, viene giudicata “intollerabile l’esclusione dei colleghi detenuti dall’applicazione dell’amnistia concessa dal governo turco per fronteggiare l’emergenza epidemiologica conseguente al Covid-19”.

Infine, la richiesta di liberazione immediata è avanza considerando come “il protrarsi della detenzione in carcere e lo sciopero della fame portato avanti dai colleghi rischia di compromettere gravemente la loro salute psico-fisica, situazione ulteriormente aggravata dallo stato di totale isolamento in cui alcuni di loro si trovano ed in particolare dei colleghi Aytaç Ünsal e Ebru Timtik”.

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