Due anni di reclusione sono la pena inflitta, dal giudice monocratico Marco Tornatore, ad un 21enne residente in media Valle per atti persecutori e per l’incendio di un’auto a Quart, di proprietà della madre della ragazza con cui aveva intrattenuto una breve relazione, di cui il giovane non accettava la fine.
Dalle accuse di sequestro di persona, di danneggiamento e di maltrattamenti in famiglia, così come da una seconda ipotesi di rogo, l’imputato è, invece, stato assolto. La sentenza include una provvisionale, dell’ammontare di 10mila euro, da riconoscere alla proprietaria dell’automezzo andato in fiamme, costituitasi parte civile nel processo conclusosi oggi, mercoledì 7 novembre, in Tribunale.
Secondo l’accusa, nella notte tra il 19 e il 20 febbraio scorsi, il 21enne aveva incendiato sia un furgone ad Aosta, sia l’auto nel paese alle porte del capoluogo. Da quelle indagini, i Carabinieri avevano ricostruito un contesto di stalking, imperniato su episodi che si erano tradotti nel complesso delle accuse per cui il ragazzo è stato arrestato e finito a processo. Nella scorsa udienza, il pubblico ministero Carlo Introvigne aveva chiesto una condanna, per tutte le ipotesi di reato contestate, a 3 anni ed 8 mesi di carcere.
L’avvocato Stefano Borney, difensore dell’imputato, aveva parlato nella sua arringa di accuse basate su “dichiarazioni non oggettivamente riscontrate”, in particolare per il rogo al furgone, sul quale “prove proprio non ce ne sono”. Nel sentenziare per l’assoluzione da alcune imputazioni, considerato che tra queste vi era anche quella che lo aveva fatto finire in manette (il sequestro di persona, ndr.), il giudice ha stabilito l’immediata scarcerazione del giovane.
Il pm Introvigne, a margine del verdetto, ha definito l’assoluzione dall’accusa di sequestro di persona “incomprensibile, da parte della Procura”, annunciando di restare in attesa delle relative motivazioni, ed annunciando sin d’ora il ricorso in Corte d’Appello per quella parte della sentenza.