Incidente con la tuta alare sul Monte Bianco, morto paracadutista

Si tratta di un israeliano di 45 anni, Jonathan Trango, che viveva in Spagna. Secondo la prima ricostruzione, si era lanciato dall’Aiguille Croux (3.251 metri). A mettere in moto i soccorsi è stato il compagno di volo della vittima.
Volo in tuta alare (immagine di repertorio).
Cronaca

Un paracadutista con tuta alare è morto in un incidente sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco nella mattina di oggi, giovedì 21 luglio. Si tratta di Jonathan Trango, un cittadino israeliano di 45 anni, residente in Spagna. Il suo corpo senza vita è stato recuperato in mattinata dal Soccorso Alpino Valdostano alla base del ghiacciaio del Freney, a circa 2.600 metri di quota.

Le operazioni di riconoscimento ufficiale della vittima hanno impegnato il Soccorso Alpino della Guardia di finanza di Entrèves, cui sono stati affidati anche gli accertamenti utili a chiarire la dinamica dell’incidente. Secondo quanto ricostruito sinora dalle “Fiamme Gialle”, il lancio era avvenuto dall’Aiguille Croux (3.251 metri) e lo schianto (avvenuto a quota 2.200 circa) sarebbe dovuto all’aver tenuto una quota troppo bassa, forse anche per la difficoltà di individuare, nelle vicinanze del ghiacciaio, correnti termiche che consentissero la risalita del paracadutista.

A mettere in moto i soccorsi è stato il compagno di volo della vittima, uno spagnolo. I due, stamane, avevano raggiunto il rifugio Monzino, attorno alle 7. Avevano spiegato di essere intenzionati a scalare la montagna ove lanciarsi, per poi aprire il paracadute prima dell’atterraggio. Il corpo è stato trasportato alla camera mortuaria di Courmayeur, ove resta per ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Trango, appassionato da tempo di tuta alare, come testimoniano i suoi canali social, era già stato in passato nella nostra regione per praticare il volo da superfici fisse. Un video del luglio 2021 testimonia il  lancio dal Pic Eccles (3.950 metri), sempre nel massiccio del Monte Bianco, per un dislivello (tra scalata e discesa in tuta alare) da 2.350 metri. Un’avventura adrenalinica, come testimoniato dalle immagini mozzafiato, chiusa da un urlo di gioia all’atterraggio. Lo stesso programma di oggi, ma il finale è stato purtroppo tragico.

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