Incidente di capodanno sull’A5, dalla perizia responsabilità della Sav e dei conducenti

Depositata la consulenza tecnica disposta dalla Procura della Repubblica per approfondire le cause dell’incidente in cui ha perso la vita Federica Banfi, la diciannovenne di Canegrate (Milano) che era in vacanza in Valle con l’oratorio.
Il mini van distrutto nell'incidente di Capodanno
Cronaca

Dalla perizia disposta dalla Procura per approfondire le cause dell’incidente in cui ha perso la vita, la notte di capodanno, Federica Banfi, diciannovenne di Canegrate (Milano), emergono responsabilità sia del gestore dell’autostrada dove è avvenuto il sinistro, sia dei conducenti dei mezzi coinvolti nello scontro. La consulenza tecnica di parte è stata depositata ieri, lunedì 2 luglio, dal geometra Luigi Bracci. L’inchiesta, affidata al pm Carlo Introvigne, non è al momento ancora chiusa.

Il sinistro era avvenuto poco dopo le 23, sull’A5, con il fondo stradale ghiacciato a tratti. La vittima viaggiava su un mini-van che, assieme ad altri quattro mezzi analoghi e ad un bus preso a noleggio, stava trasportando verso Aosta, dalla casa per ferie a Brusson dove soggiornavano, un centinaio di giovani degli oratori di Canegrate e San Giorgio su Legnano, arrivati in Valle per una vacanza subito dopo Santo Stefano. La meta erano i festeggiamenti per l’avvento del 2018 nel capoluogo regionale, ma nei pressi della galleria Garin, a Châtillon, il mini-van su cui viaggiava Federica Banfi si era messo di traverso, venendo poi colpito dal pullman giunto subito dopo.

I fattori considerati dalla perizia quali problematici per la Società Autostrade Valdostane, competente sul tratto tra Aosta e Quincinetto dell’A5, vengono individuati: nell’organizzazione del servizio spargisale, nelle modalità di segnalazione attraverso cartelli del pericolo di ghiaccio sulla carreggiata (quelli presenti sono due e non risultano facilmente visibili) e nella possibile carenza di strumenti per segnalare i cambiamenti atmosferici (al fine di attivare i mezzi spargisale).

In merito poi ai conducenti dei due mezzi scontratisi, la consulenza tecnica di parte valuta la velocità tenuta come non prudenziale. Partendo dal cronotachigrafo del pullman, condotto dall’autista Gianni Dal Vecchio, è stato ricavato che il mezzo, al momento dell’impatto, viaggiava a circa 85 chilometri orari. L’uomo alla guida del bus si era fermato a soccorrere un terzo automobilista, in difficoltà per aver perso il controllo del proprio veicolo, e stava quindi recuperando la distanza dal mini-van davanti a lui, che aveva Federica Banfi tra i passeggeri.

Al volante di quel furgone, un Fiat Ducato, c’era Davide Vignati, che procedeva ad una velocità inferiore ad 85 chilometri orari. La perizia considera comunque tale andatura non adeguata, tenuto conto anche della perdita di controllo del mezzo avvenuta prima dell’urto con il bus in arrivo. Oltre alla 19enne, morta nell’impatto, otto persone erano rimaste ferite, di cui quattro gravemente (con ricovero in prognosi riservata) ed altrettante (tra le quali lo stesso Vignati) in maniera lieve. Ad assistere le persone offese sono gli avvocati Andrea Compagnone, del foro di Milano, e Davide Sciulli, del foro di Aosta. I rilievi dell’incidente erano stati svolti dalla Polizia stradale.

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