Aveva 55 anni l’alpinista di Berlino, Reinhard Janssen, recuperato senza vita ieri in Valsavarenche, ai piedi della Becca di Monciair. Il corpo è stato portato alla camera mortuaria di Courmayeur, dov’è stato esaminato dal medico legale, e sono attesi ora in alta valle in parenti per il riconoscimento formale. Era stata proprio la famiglia a segnalare al consolato tedesco di non essere stata più contattata da giovedì 19 dall’uomo, che si trovava nella nostra regione per dell’attività alpinistica.
I militari del Soccorso Alpino della Guardia di finanza e il Soccorso Alpino Valdostano, ricevuta ieri mattina la segnalazione, si sono così mossi per ricostruire gli spostamenti dello scalatore. Sono così arrivati al fatto che avesse trascorso l’ultima notte al rifugio Vittorio Emanuele, riferendo poi di voler raggiungere la becca di Monciair (3.544 metri, nel massiccio del Gran Paradiso).
Un sorvolo in elicottero, lungo l’itinerario dichiarato, ha consentito di individuare il corpo, ad un’altitudine di circa 3200 metri di quota. L’uomo procedeva in solitaria ed è stato probabilmente vittima di una caduta, per cui è scivolato per un centinaio di metri lungo il versante, riportando i traumi rivelatisi fatali. Non sono stati individuati, al momento, testimoni dell’accaduto.
Nell’ambito delle ricerche è stata trovata anche l’auto dell’alpinista, parcheggiata a Valsavarenche. Ripercorrendo i suoi movimenti in Valle, i militari hanno anche determinato che, prima dell’ascensione in cui ha perso la vita, il 55enne tedesco era salito sul Gran Paradiso, accompagnato, in questo caso, da una guida lombarda. Come di consueto in casi del genere, i finanzieri relazioneranno sull’esito degli accertamenti all’autorità giudiziaria.