Lettere di garanzia, Rollandin assolto

Per il Gup Paladino, le tre missive inviate dall'allora presidente della Regione nel 2014 non furono un abuso d'ufficio continuato.
Augusto Rollandin all'ingresso del tribunale
Cronaca

Con le tre lettere inviate ad altrettante banche creditrici del Casinò, nella primavera 2014, l’allora presidente della Regione Augusto Rollandin non ha commesso abuso d’ufficio continuato, reato di cui era accusato dalla Procura. Il Gup Davide Paladino lo ha assolto, perché il fatto non sussiste, poco dopo le 14 di oggi, martedì 23 luglio.

L’udienza di stamane, l’ultima dopo un’indagine durata circa tre settimane, culminata nella richiesta della Procura di giudizio immediato, era durata poco meno di tre quarti d’ora. Le repliche del pm Luca Ceccanti (che aveva chiesto due anni di carcere per Rollandin), quindi la controreplica del difensore Giorgio Piazzese e il giudice era entrato in Camera di consiglio.

“La fretta è sempre cattiva consigliera. – ha commentato a caldo con i cronisti il legale del consigliere regionale sospeso (a seguito della condanna per corruzione dello scorso marzo) – Gli elementi di non colpevolezza dell’imputato erano tutti nel fascicolo del pm”.

Secondo l’accusa, l’aver inviato, tra marzo e maggio 2014, alla Bccv (creditrice per 4 milioni di euro), alla Banca Passadore (5 milioni) e alla Banca Popolare di Sondrio (10 milioni) le missive è stata un’azione condotta “con totale sviamento di potere” ed in “palese contrasto con i precetti di legalità ed imparzialità” cui Rollandin era tenuto quale pubblico ufficiale, nonché “in spregio alle attribuzioni istituzionali degli organi della Regione”, previste dallo Statuto speciale.

Per gli inquirenti (ad indagare era stata la Guardia di finanza) le lettere integravano un’assunzione “di vere e proprie garanzie patrimoniali, nei confronti” degli istituti di credito, attuata attraverso la “spendita illegittima della propria carica presidenziale di Giunta”, in assenza “di qualsivoglia determinazione” autorizzativa da parte del Consiglio Valle o del Governo regionale. Per la Procura, quelle lettere erano atti che Rollandin non avrebbe potuto sottoscrivere, vista la mancanza di atti di copertura amministrativa a monte.

La firma e l’invio delle missive, secondo gli inquirenti, ha cagionato alla Casinò de la Vallée “un ingiusto vantaggio patrimoniale, consistito nella copertura a garanzia di ingenti debiti e, in tal modo, nella prosecuzione dell’attività della medesima società, contribuendo in modo determinante al decisamente consistente incremento del dissesto delle casse erariali”. Il “rovescio della medaglia” è individuato nel danno arrecato alla Regione, quantificato in 19 milioni di euro (il totale delle “rassicurazioni” alle banche). L’amministrazione di piazza Deffeyes si era costituita parte civile nel procedimento, chiedendo, in aula, il risarcimento dei danni morali.

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