Per affrontare la scuola italiana serve a volte un buon avvocato. Sono sempre di più le famiglie che si rivolgono al Tar per contestare bocciature o non ammissioni agli Esami di Stato. È il caso di uno studente di un istituto professionale valdostano, la cui vicenda è finita davanti ai giudici amministrativi.
Lo studente, insieme ai suoi legali, ha contestato la non ammissione alla maturità, sostenendo che nello scrutinio finale avesse riportato “due sole insufficienze non gravi” in due materie e che, nel complesso, avesse raggiunto una media superiore, con voti elevati nelle materie di indirizzo.
Tuttavia, il Consiglio di Classe aveva motivato la decisione sottolineando non solo le due insufficienze, di cui una in una materia d’esame, ma anche la partecipazione passiva alle lezioni, un metodo di studio poco efficace e un impegno incostante. Anche la condotta dello studente, secondo il Consiglio, “non è stata sempre responsabile”. Di conseguenza, per i docenti, lo studente non aveva raggiunto gli obiettivi minimi richiesti e non sarebbe stato in grado di affrontare con successo l’Esame di Stato.
Nonostante questo giudizio, con un decreto monocratico presidenziale, il Tar ha ammesso in via provvisoria lo studente all’Esame di Maturità, che è stato poi superato con successo. Con l’esito, positivo, dell’esame, il Tar nell’entrare nel merito del giudizio, ha dichiarato ieri il ricorso improcedibile per sopravvenuta carenza d’interesse.
Diverso, invece, il caso di una studentessa di un liceo valdostano, il cui ricorso sarà discusso nei prossimi giorni. La ragazza, pur ammessa dal Tar valdostano a sostenere l’Esame di Stato, è stata poi bocciata alla maturità.
2 risposte
Tutto promossi, anche i giudici!
Se tanto mi dà tanto, da ora in poi un docente potrà emettere sentenze