Maxi operazione contro la pedopornografia, una perquisizione anche in Valle

Ha riguardato un ligure, che allo scattare del “blitz” è risultato essere in ferie nella nostra regione. Nell’inchiesta, della Polizia postale e delle comunicazioni di Torino, sequestrate decine di Terabytes di filmati, anche con neonati e animali.
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Cronaca

Ha interessato anche la Valle d’Aosta la maxi operazione scattata in tutta Italia contro la pedopornografia online oggi, sabato 4 luglio, e nell’ambito della quale sono stati eseguiti tre arresti e si contano cinquanta indagati, oltre al sequestro di decine di terabytes di files. Le indagini, partite dalla Polizia postale e delle comunicazioni di Torino, e coordinate dalla Procura del capoluogo piemontese, hanno portato alla luce una rete di pedofili che utilizzava una conosciuta piattaforma di messaggistica per scambiarsi materiale che gli inquirenti definiscono raccapricciante, in cui si vedono addirittura dei neonati, sono coinvolti animali e non mancano le pratiche di sadismo.

Una delle decine di perquisizioni, operate da oltre 200 investigatori (anche del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online), ha avuto luogo nella nostra regione. Allo scattare del “blitz” è infatti emerso che il destinatario, un ligure, si trovasse in ferie in Valle. L’attività è stata così delegata agli uomini della Sezione di Aosta della “Postale”, che peraltro fa parte dello stesso Compartimento da cui è nata l’inchiesta, cui l’esito della ricerca è stato trasmesso. A quanto si apprende, la persona perquisita non risulta indagata. Le ipotesi contestate ai coinvolti nell’inchiesta sono, a vario titolo, la detenzione, diffusione e – in alcuni casi – la produzione di materiale pedopornografico.

Le attività investigative hanno visto il “pedinamento virtuale” dei frequentatori del “deep web”, che usavano nickname e connessioni “aperte” per nascondere la postazione da cui avvenivano gli scambi di materiale. Si trattava di una vera e propria comunità, una “cerchia” fatta sempre degli stessi nomi, che acquistavano considerazione se proponevano materiale “particolare”, meglio se autoprodotto. Migliaia i file trovati, catalogati con estrema precisione, usando sigle per indicare il contenuto dei filmati. Proprio questo aspetto, grazie ad un protocollo internazionale di categorizzazione dei contenuti illegali, ha permesso di profilare gli utenti, durante le indagini, in base ai gusti espressi ed alle modalità di interazione in rete.

Ora, per gli agenti comandati dal dirigente Fabiola Silvestri inizia l’analisi del materiale, che potrebbe aggravare ulteriormente alcune posizioni. Gli indagati hanno tra i 19 e i 50 anni. Lo spaccato umano che ne emerge è di assoluta apparente normalità: impiegati, professionisti, disoccupati e studenti, non pochi con una famiglia e dei figli. Dei Dr. Jekyll che diventavano Mr. Hide davanti ai loro pc. Tra i coinvolti, alcuni nel frattempo sono finiti in carcere per reati simili. L’inchiesta è partita da Torino perché sotto la Mole era stato individuato un membro della comunità virtuale con seguaci in tutta Italia e poi si è allargata a macchia d’olio. Gli inquirenti la definiscono la più grande operazione degli ultimi anni nel contrasto alla pedopornografia online.

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