Riceveva i suoi clienti in un appartamento di Saint-Vincent e, una volta consumato il rapporto, li minacciava per farsi dare dell’altro denaro. Quell’“espediente”, secondo le indagini dei Carabinieri, le permetteva di ottenere fino a cinquecento euro, oltre ai soldi pagati dagli uomini per il sesso. I militari l’avevano pertanto arrestata il 2 maggio 2017, con l’accusa di estorsione e nell’udienza preliminare di oggi, giovedì 15 marzo, il Gup del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari, ha disposto il rinvio a giudizio di una 49enne marocchina, Dounia Lalami, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Carlo Introvigne.
Il processo, con l’imputata difesa dall’avvocato Marco Bich, è in programma per il prossimo 27 giugno, ma la donna – che era ai “domiciliari” – è nel frattempo evasa, risultando irreperibile. L’inchiesta dei militari del Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent si era concentrata sull’attività di Lalami nel periodo tra ottobre e novembre 2016, facendo emergere una quindicina di episodi finiti nel fascicolo processuale.
Secondo gli inquirenti, la donna compiva gesti quali sottrarre le chiavi delle vetture dei clienti, che poi venivano restituite dietro il pagamento di una somma “extra”, o chiudere i partner di turno nell’alloggio, sostenendo che avrebbe chiamato i Carabinieri se non avesse visto altri soldi. La paura che la frequentazione di una prostituta potesse emergere sovente li induceva ad acconsentire alle richieste. Dounia Lalami era stata arrestata dalla Polizia marittima a Genova, dopo essere tornata in nave dal suo Paese di origine e messa ai “domiciliari” nella cittadina termale dai militari. Da quella “casa chiusa”, però, si è allontanata appena ha potuto.