Il Gip D’Abrusco ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico dei tre tecnici regionali – Stefano Pivot, dipendente regionale dell’Ufficio valanghe (difeso dall’avv. Renzo Cocchi) Vincenzo Sappa (avv. Federico Parini) e Antonello Giuseppe (avv. Massimiliano Sciulli) – indagati per omicidio e valanga colposi in relazione alla morte della Guida alpina Simona Hosquet.
Come aveva stabilito la perizia disposta dal gip di Aosta "non furono i rilievi nivologici" a provocare la valanga che il 6 febbraio 2014 uccise Simona Hosquet, guida alpina trentenne e primo caporal maggiore scelto dell’Esercito, che sciava fuoripista nella Valtournenche con tre clienti stranieri. I tre tecnici erano impegnati in operazioni di rilevamento della stabilità del manto nevoso nella Conca di Cheneil.
A provocare la valanga fu "l’intensa e ripetuta attività (45 passaggi) degli sciatori che fino alla tarda mattinata del giorno dell’incidente furono portati sulla cresta in elicottero e condotti a valle dalle guide alpine, nonostante il rischio valanghe diramato dal bollettino regionale valanghe fosse, per quel giorno, di grado 3, marcato su un massimo di 5".
Sempre secondo la perizia "nonostante le condizioni ambientali palesemente riconoscibili (pendio molto ripido e presenza di "cornici" di neve, indice di pericolo latente) l’attività delle guide e degli sciatori è tuttavia proseguita fino al momento del distacco della valanga. Proprio tale attività, effettuata, con eccessiva disinvoltura, sarebbe dunque stata all’origine dell’alterazione della stabilità del manto nevoso tala da provocare le fratture dalle quali si è propagata la valanga".
Archiviata la posizione dei tecnici, l’attenzione della Procura è ora incentrata proprio su quest’ultimo aspetto; risulta infatti aperto un distinto procedimento penale per l’accertamento di ulteriori responsabilità, riconducibili alla sfera degli organizzatori dell’attività di eliski.