Si aggrava la posizione di Marco Fabrizio Di Donato, ritenuto dagli inquirenti il capo della “locale” valdostana e di Antonio Raso. Per i due arrestati lo scorso 23 gennaio arriva ora l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso.
Secondo il Gip del Tribunale di Torino, che nei giorni scorsi ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, i due sono “ritenuti responsabili di scambio elettorale politico-mafioso.
“Avvalendosi della forza d’intimidazione, del vincolo associativo nonché della condizione di assoggettamento e di omertà, derivante dalla struttura delocalizzata e territoriale della‘ndrangheta, denominata “locale”, di cui facevano parte con ruoli apicali” entrambi “promettevano di procurare voti, in occasione delle elezioni del Comune di Saint Pierre” del 2015 per Monica Carcea, poi eletta e nominata Assessore alle Finanze.
Antonio Raso invece “prometteva di procurare voti, in occasione delle elezioni del Comune di Aosta” del 2015 a Marco Sorbara, poi risultato effettivamente eletto e nominato Assessore alle Politiche sociali. I due in cambio chiedevano la “promessa di altre utilità, in particolare di ottenere informazioni riservate sull’andamento delle attività delle rispettive Giunte, così da orientarne le decisioni a favore del sodalizio criminale”.
La nuova accusa arriva “sulla scorta di ulteriori riscontri e risultanze investigative emerse nell’ambito dell’indagine “Geenna”, condotta dal Nucleo Investigativo – Reparto Operativo di Aosta e dal ROS di Torino”. Operazione che ha portato sempre il 23 gennaio scorso agli arresti di Carcea e Sorbara, accusati di concorso esterno in associazione di tipo mafioso.
I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti dai Carabinieri del Gruppo di Aosta presso le Case Circondariali di Torino e Milano-Opera dove sono reclusi Di Donato e Raso.