Nirta e Di Donato: il processo con rito abbreviato si svolgerà il 22 settembre

l provvedimento di fermo dei quattro era scaturito dalle indagini avviate dal Ros nei confronti della diramazione valdostana della cosca Nirta, coinvolta nella faida di San Luca, nella locride. L'accusa: traffico internazionale di droga.
Da sinistra Franco e Roberto Di Donato, Domenico e Giuseppe Nirta
Cronaca
A distanza di tredici mesi restano in carcere i Giuseppe e Domenico Nirta, il primo residente in Colombia e il secondo a Quart, e i fratelli Franco e Roberto Di Donato, di Aosta. I quattro saranno processati il 22 settembre prossimo, a Torino, con rito abbreviato. Davanti al gup comparirà anche Domenico Raffa, di 34 anni, di Aosta. Per tutti l'accusa è di traffico internazionale di droga.

L'indagine era iniziata nel 2007. L'operazione è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, ed è stata condotta dai carabinieri del Ros. Il provvedimento di fermo dei quattro, eseguito l'11 giugno dello scorso anno, era scaturito dalle indagini avviate dal Ros all'inizio del 2007, sotto la direzione della Procura Distrettuale di Torino, nei confronti della diramazione valdostana della cosca Nirta, coinvolta nella faida di San Luca, nella locride.
 
La cocaina, proveniente dalla Colombia, arrivava in Italia tramite la Spagna e l'Olanda. "Stiamo cercando una casa di 1.200 metri quadrati a 25 euro al metro quadrato". Era il messaggio in codice per avanzare la richiesta di 1.200 chilogrammi di cocaina a 25.000 euro al chilo da parte dell'organizzazione malavitosa. Cervello del gruppo, sempre secondo quanto riferito dai militari, era Domenico Nirta, mentre il fratello Giuseppe e i fratelli Di Donato avevano compiti di intermediari e gestivano i vari passaggi del traffico, anche con viaggi in Spagna e Olanda.
In un caso, Giuseppe Nirta si era recato a Barcellona per una trattativa. Doveva prendere una partita di cocaina da un suo intermediario. Con sé aveva oltre 60 mila euro. Ma il destino non ha giocato a suo favore. L'uomo è stato fermato con una scusa da due balordi, ed è stato rapinato. Per cui, lo scambio non era andato in porto.

Nonostante tutto, la banda era considerata dagli inquirenti piuttosto pericolosa per la capacità di tessere rapporti con malavitosi di diversi paesi (Spagna, Svizzera, Olanda, Croazia).

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