“No” ai rifiuti da fuori Valle, dichiarata incostituzionale la norma regionale

La norma, impugnata dallo Stato, era stata approvata nel febbraio 2020 dal Consiglio Valle per rispondere alle preoccupazioni di cittadini e comitati sulla discarica di Chalamy ad Issogne. I primi commenti politici alla sentenza
Scavo per la discarica Chalamy a Issogne
Cronaca

La norma approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nel febbraio 2020 per rispondere alle preoccupazioni di cittadini e comitati sulla discarica di Chalamy ad Issogne è incostituzionale. E’ quanto stabilito dalla Consulta.

“Al fine di contenere la movimentazione dei rifiuti nel territorio regionale, a tutela della salute e in modo da prevenire e ridurre l’inquinamento ambientale” la Regione, con la norma impugnata dallo Stato, aveva disincentivato “la realizzazione e l’utilizzo delle discariche per il conferimento di rifiuti speciali provenienti da altre Regioni” vietando “il completamento dei lavori relativi alle attività finalizzate alla gestione di tali rifiuti nelle discariche in corso di realizzazione e non ancora in esercizio alla data del 1°gennaio 2020” e revocando dal 15 febbraio 2020 le “autorizzazioni e le eventuali proroghe concesse per la realizzazione dei lavori e per il conseguente esercizio delle discariche”.

Come si legge nella sentenza pubblicata oggi, la Regione “ha sottratto in via legislativa agli strumenti di pianificazione la valutazione sul fabbisogno di smaltimento dei rifiuti. Il che, sebbene lo Stato non richiami nel proprio ricorso le disposizioni del codice dell’ambiente relative al piano regionale, si pone comunque in contrasto con l’art. 182 cod. ambiente”. Inoltre il “disincentivo alla realizzazione di nuove discariche assume una portata lesiva della Costituzione anche in virtù di quanto previsto dal comma 3 del medesimo art. 16-bis, che consente il conferimento di rifiuti speciali provenienti da altre Regioni solo nelle discariche per rifiuti inerti già in esercizio alla data del 1° gennaio 2020, entro e non oltre il limite del 20 per cento della loro capacità annua autorizzata”.

Come più volte chiarito dalla Consulta “un criterio di autosufficienza locale nello smaltimento dei rifiuti in ambiti territoriali ottimali vale solo per i rifiuti urbani non pericolosi e non anche per altri tipi, per i quali vige invece il diverso criterio della vicinanza di impianti di smaltimento appropriati. Un limite quantitativo e qualitativo non derogabile per lo smaltimento di rifiuti extraregionali diversi da quelli urbani non pericolosi, pertanto, contrasta con il vincolo generale imposto alle Regioni che vieta ogni misura atta ad ostacolare la libera circolazione delle cose e delle persone fra le stesse Regioni e che s’impone anche alle autonomie speciali”.

Costituzionalmente illegittima anche la norma, anch’essa contenuta nelle disposizioni collegate alla legge di stabilità del febbraio 2020, “che attribuisce alla Giunta regionale l’individuazione dei rifiuti, soggetti a caratterizzazione, derivanti da processi industriali, il cui conferimento è vietato presso le discariche per rifiuti inerti”.

Nel maggio 2020 oltre all’impugnativa dello Stato, sulla norma si era abbattuto anche un ricorso al Tar della Valle d’Aosta da parte della Cape Srl, la società titolare della discarica in via di realizzazione a Chalamy di Issogne.

I commenti politici alla sentenza

“Purtroppo, come avevano evidenziato gli esperti consultati dalla Regione, era ampiamente prevedibile. Proprio per questo fin dal mese di gennaio gli uffici dell’Assessorato regionale all’Ambiente avevano predisposto un testo di legge per modificare la normativa regionale. Tale testo è stato recepito nella proposta di legge depositata il 26 febbraio 2021 dal gruppo consiliare PCP e che è attualmente all’esame della terza Commissione, avendo già ottenuto l’approvazione del Consiglio permanente degli enti locali”. E’ il commento del gruppo di progetto civico progressista alla sentenza della Consulta. . “Ora – aggiungono i Consiglieri di Pcp – è urgente accelerare l’esame di tale testo in Commissione, modificarlo alla luce della sentenza della Corte costituzionale e portarlo al più presto all’approvazione del Consiglio Valle. La questione discariche di rifiuti speciali, in particolare le vicende di Pompiod e Chalamy, hanno suscitato le giuste proteste e azioni di comitati di cittadini. La reazione del Consiglio deve essere rapida e incisiva per evitare che si determini un vuoto legislativo”.

Sul fronte opposto  Alliance Valdôtaine – Stella Alpina, Union Valdôtaine, Vallée d’Aoste Unie che “prendono atto con stupore delle dichiarazioni diffuse da alcuni Consiglieri regionali, che probabilmente hanno anche votato la legge e che affermano come l’incostituzionalità fosse ampiamente prevedibile”. Secondo i gruppi consiliari “sarebbe quantomeno fuorviante far credere alla comunità valdostana che il legislatore regionale abbia approvato consapevolmente delle norme incostituzionali. Questa interpretazione errata sembrerebbe emergere anche da espressioni di rappresentanti di comitati che si occupano legittimamente della questione delle discariche. Le dichiarazioni nelle quali si parla di vizi dell’autorizzazione sono state smentite dal Governo regionale nei dibattiti consiliari e non hanno quindi nessun fondamento: sarebbe pertanto opportuno che si evitasse di divulgare notizie che potrebbero generare false aspettative e creare danni”. Anche Alliance Valdôtaine – Stella Alpina, Union Valdôtaine, Vallée d’Aoste Uni dicono, quindi, di volersi impegnare “fin da subito a trovare una soluzione legislativa che, nel rispetto delle indicazioni della Corte Costituzionale, dia risposte certe alle legittime preoccupazioni della comunità valdostana e alla indispensabile tutela ambientale del territorio”.

Sull’articolo bocciato, secondo la Lega Vda e Pour l’Autonomie, “qualche Consigliere regionale della precedente Legislatura, nonché qualcuno ancora oggi in Consiglio Valle ha fondato la propria campagna elettorale”. Il Carroccio chiede ora di “avviare una discussione seria e realista, senza facile demagogia né fantasiose soluzioni, per l’adozione di scelte amministrative e strumenti di controllo e monitoraggio della gestione dei rifiuti che non possono essere patrimonio di una sola parte dell’Aula, come prospetta una parte dell’attuale maggioranza di Governo. L’ambiente e la salute dei valdostani devono essere tematiche e impegno di tutti i gruppi consiliari e solamente con un dibattito serio e costruttivo si potrà andare oltre alla situazione di incertezza attuale”.

Ad intervenire è anche Adu Vda, secondo cui, la Giunta della scorsa legislatura non ebbe il “coraggio di fare l’unica cosa sensata, annullare la delibera 1381 del 2014 con cui la giunta Rollandin autorizzò le 123 tipologie di rifiuti speciali da conferire a Chalamy.” Il Movimento evidenzia inoltre come la sentenza “dice qualcosa di importante: per porre limiti, nell’ambito della legittima tutela del territorio, esiste lo strumento della pianificazione. Si sarebbe potuto intervenire per tempo, modificando la legge ora dichiarata incostituzionale. Si sarebbe potuto anche modificare la legge in corsa, prima della bocciatura della Corte. Gli spazi per migliorarla c’erano”.

 

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