Il viaggio era iniziato a Milano e doveva concludersi verosimilmente in Francia, luogo di residenza di uno dei suoi protagonisti. È finito però prima della destinazione, quando la vettura condotta da un trentenne di origini tunisine è stata fermata dalla Polizia di Frontiera al tunnel del Gran San Bernardo, nel pomeriggio di ieri, mercoledì 8 agosto. Gli agenti hanno controllato i tre passeggeri, che sono risultati sprovvisti di documenti e, per l’uomo al volante, Akram Ben Dhaou, è scattato l’arresto, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Un episodio non infrequente, ma al giudice monocratico del Tribunale di Aosta Davide Paladino, dinanzi al quale l’imputato è stato condotto stamattina per l’udienza di convalida del fermo e per il giudizio direttissimo, non è sfuggita l’incongruenza del passaggio al traforo verso la Svizzera. Una scelta non solo destinata ad allungare l’itinerario, ma anche un incremento smisurato del rischio per un “passeur”, visti i controlli ancora più rigidi, derivanti dalla frontiera con uno Stato extra Ue. Chiestone conto all’arrestato, il magistrato si è sentito rispondere candidamente: “Ho sbagliato strada”.
I passeggeri si sono dichiarati fratello e due cugini di Ben Dhaou. Non è chiaro se lo abbiano fatto nel tentativo di discolpare il conducente, ma ciò non ha avuto riflessi sul processo. L’imputato – difeso dall’avvocato Giovanni Borney – ha patteggiato un anno di reclusione e trentamila euro di multa (pena sospesa). L’accusa era rappresentata dal pubblico ministero Carlo Introvigne. La sentenza include la confisca della vettura su cui i quattro viaggiavano.