“Per 150 anni l’Italia si è fatta sottrarre 500mila mq di terreno. Ora deve trionfare la verità”

La querelle sul confine fra Italia e Francia sul Monte Bianco è stata affrontata dagli storici Laura e Giorgio Aliprandi: “E’ una superficie pari a quella della Città del Vaticano. Il problema deve essere risolto”.
Il Monte Bianco secondo Google Maps
Cronaca

Di chi è il Monte Bianco? Non è solo una questione di lana caprina, ma un tema su cui gli Stati hanno scatenato guerre per contendersi anche piccole lingue di terra, specie se ricche di materie prime. Non è il caso di cui stiamo parlando, anche se al centro del contendere c’è la vetta della montagna più alta d’Europa e se da un piccolo dissidio fra due sindaci di montagna, ora è stato coinvolto il Governo italiano perché trovi una soluzione col Governo di Parigi.

La vicenda è nota ed è stata affrontata a più riprese anche dalla nostra testata. In base agli accordi del trattato dell’annessione di Torino del 1861, il confine del Monte Bianco fu stabilito esattamente in cima al monte più alto delle Alpi, basandosi sull’enunciato che “la frontiera deve passare “par le pic le plus avancé du Piémont”, e tale è il confine ufficialmente riconosciuto dai trattati internazionali. Anche per l’Istituto Geografico militare il confine è binazionale. Non è dello stesso avviso l’omologo istituto francese, manco a dirlo, la cima è tutta in territorio francese. A dire il vero anche Google Maps, il sito cartografico più cliccato al mondo, non contribuisce a fare chiarezza e abbraccia completamente l’ipotesi francese.

Da tempo ci sono due storici italiani, i coniugi Laura e Giorgio Aliprandi, che hanno avuto modo di approfondire la questione.

I coniugi Aliprandi, attraverso i loro studi e i volumi pubblicati – l’ultimo “Le grandi Alpi nella cartografia: 1482 – 1885” (Priuli & Verlucca editori) – hanno dimostrato come la Francia si attribuisca la vetta più alta delle Alpi sulla base di una carta, tracciata in modo unilaterale, nel 1865 da un ufficiale francese, il tenente Joseph Mieulet. Gli studi degli Aliprandi dimostrano inoltre come la sommità del Monte Bianco, trovandosi sulla cresta spartiacque, deve essere italo-francese. Tesi riconosciuta anche dal professor Paul Guichonnet, autorità indiscussa nella storiografia delle Alpi, nonché da altri studiosi.

“Il Monte Bianco è franco italiano – aveva spiegato nel 2012 il dottor Giorgio Aliprandi ad AostaSera.it– per tabulas e non come ipotesi romantica. Purtroppo, la cartografia internazionale riconosce il Monte Bianco in territorio francese basandosi su cartografie unilaterali francesi, ma è ora che la verità trionfi”.

Per Aliprandi il nodo vero sta nelle relazioni internazionali. “E’ un problema di diplomazia – spiega il dottor Aliprandi – nel 1996 l’onorevole Luciano Caveri riportò con due interrogazioni la questione in Parlamento, ma è una questione sulla quale i francesi non hanno interesse ad aprire un confronto”. E se i francesi sono restii ad affrontare la querelle, non si può dire certo che gli italiani ne stiano facendo motivo di battaglia. “Nel 1994 fummo invitati a Courmayeur – spiega ancora il dottor Aliprandi – a tenere una conferenza dal titolo “A’ qui appartient le sommet du Mont Blanc?”, in sala ci saranno stati 30 uditori, mentre un’analoga esperienza a Chamonix, riunì oltre 200 persone perché, per i francesi, il Monte Bianco è un fiore all’occhiello”.

Il dottor Aliprandi invita comunque le autorità valdostane e la diplomazia italiana ad agire: “Per 150 anni Courmayeur e l’Italia si sono lasciati sottrarre circa 500 mila mq di terreno, pari allo Stato del Vaticano, senza mai dire niente. Il problema deve essere ora risolto”.
 

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