Per i sentieri del “Giroparchi” in nove a processo con rito abbreviato

Dopo la prima sentenza della Corte dei Conti, si è tenuta oggi l’udienza preliminare del procedimento penale nato dalle indagini sui lavori svolti, secondo la Procura, in difformità rispetto ai progetti esecutivi.
Scranno Tribunale fascicolo
Cronaca

Mentre una prima sentenza è già arrivata dalla Corte dei Conti, per un coinvolto, procede dinanzi al Gup del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari, il procedimento penale nato dalle indagini su presunte difformità nella realizzazione dei sentieri del progetto “Giroparchi”, nella zona del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Nell’udienza preliminare tenutasi oggi, giovedì 30 maggio, nove imputati su dieci hanno chiesto (ed ottenuto) dal giudice di essere giudicati con il rito abbreviato.

Per tale scelta hanno optato il funzionario dell’amministrazione regionale investito delle funzioni di responsabile unico del procedimento (Alessandro Ceccon, 48 anni, di Aosta); quattro liberi professionisti che hanno agito in qualità di direttori dei lavori (Duilio Gal, 52, Châtillon; Aldo Neyroz, 59, Sarre; Manuel Lavoyer, 39, di Pontey; Mauro Andrea Perino, 45, di Bollengo) e quattro legali rappresentanti di imprese (Egidio Pelini, 44, della ‘Ecn34’ di Roma; Simona Maccarone, 35, di San Gregorio di Catania e Domenico Cavallaro, 44, di Catania, entrambi della ‘Ingegneria e ambiente srl’; Ennio Da Canal, 58, di Quart, della ‘Ecoval srl’).

Per quasi tutti l’istanza di rito alternativo è stata condizionata all’audizione dei consulenti tecnici cui vari difensori (tra i quali gli avvocati Massimo Balì, Luigi Busso, Corrado Bellora e Nilo Rebecchi) hanno commissionato perizie sui lavori svolti. Il Gup Colazingari ha accolto l’istanza, fissando la prossima udienza al 30 ottobre, per sentire in aula i tre periti. Un quinto imprenditore, il 58enne Mario Nera, delle ‘3a spa’ e ‘3a srl’, di Roma, discuterà invece l’udienza preliminare. Sarà quindi il giudice a pronunciarsi, nel sentenziare sugli altri imputati, sul suo rinvio a giudizio in dibattimento ordinario, o meno.

La Procura contesta, a vario titolo, la frode nelle pubbliche forniture, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e la violazione del testo unico in materia di edilizia, nonché del codice dei beni culturali e del paesaggio. Dalle indagini, svolte dal Corpo di sorveglianza del Parco del Gran Paradiso e dai Carabinieri, coordinati dal pm Carlo Introvigne, erano emerse difformità nei lavori eseguiti, rispetto ai progetti esecutivi. Le opere sono state finanziate anche con fondi comunitari, perché contemplate dal Programma attuativo regionale 2007/13 del Fondo per le Aree Sottoutilizzate.

Le irregolarità rilevate riguardano la sistemazione e la valorizzazione: del sentiero dalla Valnontey al rifugio Sella (del tutto all’interno del parco e finanziato per 843mila euro); del giro della Valsavarenche, del giro della Grivola, del Tour de la Vallée de Cogne e del giro della Valnontey (non interamente nell’area protetta, 331mila euro); dell’“Itinerario rosso” Col Nivolet-Col Rosset-Rifugio Benevolo-Lago Pellaud e dell’“Itinerario blu” Bivacco Gonthier-Chevrère-Mont Blanc-Voix-Mélignon-Bruil (sia all’esterno, sia all’interno del parco, per un finanziamento di 202mila euro).

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