“Possono staccarsi pezzi del Palazzo di giustizia”, il Comune chiude i marciapiedi

Un’ordinanza del sindaco Centoz ha reso da oggi, martedì 24 settembre, “off limits” ai pedoni i lati del palazzo di Giustizia su cui il tetto e le facciate sono direttamente esposti. Chiuso anche il cortile adibito in parte a parcheggio.
Tribunale (immagine di repertorio).
Cronaca

Qualche avvocato, sorridendo, si è chiesto se, vista “la novità del giorno”, fosse comunque possibile e raggiungere le aule delle udienze. Per dipendenti e magistrati, invece, le transenne che dalla mattinata di oggi, martedì 24 settembre, impediscono ai pedoni di camminare sui marciapiedi che costeggiano tre lati del Palazzo di giustizia cittadino non sono giunte come un fulmine a ciel sereno.

Si tratta del più evidente tra gli “interventi contingibili ed urgenti” disposti da un’ordinanza emanata oggi dal Comune, proprietario dello stabile. Ad innescarli è stata una comunicazione del Presidente del Tribunale, Eugenio Gramola, risalente allo scorso 18 settembre e relativa ad una “situazione di potenziale pericolo per l’incolumità pubblica”, legata “a probabili cadute di materiale lapideo dal tetto e dalle facciate dell’edificio” di via Ollietti.

La transennatura rende “off limits” ai pedoni i lati nord, ovest e sud dell’edificio, quelli su cui il tetto e le facciate sono direttamente esposti. Sul retro del palazzo esiste poi un cortile, adibito in parte a parcheggio, del quale il provvedimento sottoscritto dal sindaco Fulvio Centoz sancisce “la temporanea chiusura per i pedoni e per i veicoli”. Le azioni previste al momento per scongiurare il pericolo dovranno completarsi poi con la “predisposizione di ponteggi idonei, in corrispondenza di ogni portone di accesso”.

Questi ultimi si prefiggono di “consentire l’ingresso e la conseguente uscita in condizioni di sicurezza alle persone che debbano recarsi, o siano presenti, all’interno del Palazzo di giustizia”. La segnalazione del presidente Gramola è conseguente ad un esame svolto da personale giudiziario, anche realizzando documentazione fotografica. Il Servizio comunale di Protezione civile ha poi svolto un sopralluogo. L’edificio è dato in comodato d’uso al Ministero e l’emanazione dell’ordinanza con le prime misure dovrebbe fungere da “tampone” rispetto a esigenze già manifestate dagli attuali “inquilini”.

“L’edificio – si legge nel verbale dell’ispezione ordinaria condotta dal Ministero nell’estate dell’anno scorso – necessita di interventi di manutenzione per il restauro conservativo di cornicioni, balaustre ed altri elementi ornamentali della facciata, in condizioni di precaria stabilità, nonché la revisione dell’impermeabilizzazione del tetto, la sostituzione dell’impianto dell’ascensore, la sostituzione dei serramenti esterni e l’adeguamento normativo ai fini della prevenzione incendi”.

Il palazzo di Giustizia di Aosta venne ideato, su incarico del Municipio, dall’ingegnere comunale Umberto Rossi, coadiuvato dal geometra Ferruccio Vogliano. I lavori di realizzazione vennero avviati nel 1931 e furono completati in un anno. Come in molti altri casi, il regime fascista colse l’opportunità propagandistica e fece coincidere l’inaugurazione del nuovo stabile con l’anniversario della “marcia su Roma” (il 28 ottobre 1932).

Lo stabile, classificato come immobile storico-monumentale, fu rialzato di un piano negli anni ottanta. Guardandone la facciata, del rischio segnalato dal presidente Gramola – connesso alle esigenze di lavori manifestate – si individua ad occhio nudo la fondatezza. In diversi punti l’intonaco è lesionato e parti di cornicioni (ed anche della statua soprastante la finestra centrale) sono mancanti per precedenti cadute. In quei casi, le aree sottostanti erano state delimitate con transenne e nastro, ma la chiusura completa del perimetro è senza precedenti.

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