“Siamo veramente soddisfatti”. Il sorriso del pm Eugenia Menichetti si allarga più del solito nell’annunciare ai media gli indicatori – tratti dal bilancio sociale 2018, appena chiuso – che valutano, alla stregua di un’azienda, l’azione della Procura della Repubblica di Aosta. Si chiamano indice di ricambio e di smaltimento e misurano la tempestività e la capacità di evadere i fascicoli alla base di indagini ed inchieste.
Tirate le somme degli scorsi dodici mesi si attestano, per l’ufficio inquirente, rispettivamente al 119% e al 91%. “Significa che la definizione dei procedimenti (iter che va dalla ricezione della notizia di reato alla richiesta di archiviazione, o di rinvio a giudizio, ndr.) avviene in tempo quasi reale, – sottolinea il sostituto procuratore responsabile di comunicazione e sito web istituzionale – o comunque non oltre l’anno”. E “la rapidità è la prima risposta”, perché quando passa tanto tempo si “va a compromettere la giustizia creata dal lavoro dell’ufficio”.
Alla base del risultato “eccellente”, vi sono – per Menichetti – la completa riorganizzazione intrapresa, nel dicembre 2017, dal procuratore capo Paolo Fortuna (che ha riguardato non solo la creazione dei dipartimenti d’indagine per ognuno dei quattro Sostituti, ma anche l’attività dei Vice Procuratori Onorari, con unicità aostane come l’assegnazione diretta dei fascicoli del Giudice di pace a questi ultimi), nonché la “dedizione e responsabilità” di “tutto il personale”, perché “abbiamo avuto questa performance malgrado 10 unità vacanti in organico”.
Quanto agli strumenti di lavoro cui è affidata la pianificata ristrutturazione, il pm Luca Ceccanti ha illustrato il ruolo chiave dell’informatica, perché l’obiettivo è di “lavorare interamente a video”. In quest’ottica, nel 2018 la Procura di Aosta si è dotata del portale delle notizie di reato, in cui confluiscono tutti i dati provenienti dalla polizia giudiziaria ed è in uso, in via sperimentale, ma destinata a diventare standard, la procedura per il Trattamento Informatizzato Atti Processuali.
Si tratta dell’applicazione destinata a consegnare ai ricordi i voluminosi faldoni classici di aule ed archivi, perché ogni atto cartaceo sarà digitalizzato e gli inquirenti interverranno su “fascicoli elettronici”. “Non ci vuole molto a capire che sarà una rivoluzione copernicana, – ha aggiunto con una punta d’orgoglio Ceccanti – che comporterà un evidente e significativo risparmio di tempo”. L’implementazione del sistema dovrebbe completarsi con l’anno in corso.
Sempre nell’alveo della modernizzazione tecnologica rientra l’altra grossa innovazione vista dalla Procura cittadina negli ultimi anni, ovvero la creazione del Centro Intercettazione Telecomunicazioni. “Una scelta nata dalla necessità di contemperare esigenze diverse e contrapposte. – ha commentato il Sostituto che ne è responsabile – Anzitutto, la tutela e il rispetto delle persone coinvolte nelle attività intercettative. Poi, la conduzione di attività investigative efficaci”.
Il CIT è concepito come un sistema, perché si articola sulle sale di ascolto delle tre forze dell’ordine, in cui “gli ufficiali eseguono le operazioni di ascolto”, ma “non trattengono i contenuti” (le registrazioni audio), che vengono “riversati nei server situati in Procura”. Per arrivare ad un assetto del genere, stringente è stata l’attività di sicurezza. Gli operatori sono videosorvegliati e si accede ai locali con dati biometrici e cartellino identificativo. “Si sa sempre ‘chi ha fatto cosa’ e, nel caso di fughe di notizie si può capire chi”, è stata l’eloquente puntualizzazione del pm Ceccanti, con riferimento alla delicatezza del tema.
Dal nuovo sistema è atteso un significativo risparmio sulle procedure in vigore sino al 2017. Anzitutto, per la limitazione delle imprese esterne che trattano le intercettazioni (oggi sono solo più due, scelte con un bando di gara), poi perché il prezzo finale del servizio si è abbassato ed è destinato a scendere ancora, visto che a carico delle ditte aggiudicatarie sono infatti stati posti anche i lavori (quindi l’offerta include una quota di ammortamento destinata ad esaurirsi). Malgrado ciò, il bilancio sociale evidenzia, nel 2018, una spesa per intercettazioni telefoniche e ambientali aumentata del 59%, passando da 178mila 498 a 284mila 289 euro.
Ceccanti, però, non si fa trovare a guardia bassa sulle cifre. L’incremento è conseguenza del fatto che “è aumentata, in termini quantitativi e qualitativi, l’azione investigativa. Si indaga di più e probabilmente in modo diverso. È evidente che disvelare fenomeni criminali come i reati contro la pubblica amministrazione richiede un massiccio ricorso a intercettazioni telefoniche ed ambientali”. Considerando che si è occupato di “inquilini” illustri di piazza Deffeyes (tra l’altro, nelle indagini sulla sede della BCCV di Fénis, su un giro di corruzione nelle partecipate regionali, o sulla nomina della presidenza di Finaosta) c’è da prenderlo in parola.