Il dottor Federico Pretti, 47 anni della Struttura di Neurochirurgia dell’Ospedale Parini di Aosta, è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Aosta, l’episodio è avvenuto tra la sera di mercoledì 1° gennaio e il giorno seguente nei pressi di Saint-Pierre, dove Pretti avrebbe tamponato un’auto con a bordo due ragazze, successivamente trasportate al pronto soccorso in condizioni non gravi.
All’arrivo degli agenti, il medico si è rifiutato di sottoporsi all’alcol test e avrebbe pronunciato frasi minacciose, opponendo resistenza alle richieste delle forze dell’ordine.
Dopo essere stato condotto in Questura, ieri mattina Pretti è comparso in Tribunale davanti al giudice Maurizio D’Abrusco, che ha convalidato l’arresto senza applicare alcuna misura cautelare, consentendo così al medico di tornare in libertà.
Il suo difensore, l’avvocato Federico Fornoni, assistito dalla collega Nicole Joris, ha chiesto i termini a difesa. L’udienza è stata quindi rinviata.
15 risposte
Personalmente non trovo corretto che per fatti molto piu gravi ( vedasi violenze domestiche) non ci sia mai un nome ed un cognome …mentre per un fatto ( x fortuna nessuno si è fatto male ) che purtoppo continua e continuerà ad esserci si siano messe generalità e addirittura professione alla mercé di tutti…. a questo punto spero che x altri eventi vi sia lo stesso trattamento da parte vostra . Buon lavoro.
Trattare la cronaca con regole auree è impossibile, data la complessità dei casi. E vanno valutati uno per uno. Ciò detto, quando abbiamo “i nomi” li mettiamo sempre. Sempre, di chiunque si tratti. Nei casi di reati persecutori, ma anche in caso di pedofilia e di violenze, i nomi non vengono MAI messi. Perché? Perché l’intenzione – ma è anche l’obbligo che abbiamo in quanto giornalisti – è quella di proteggere la vittima. SEMPRE. Che, altrimenti, sarebbe facilmente identificabile. Quindi, capisco che Lei possa non trovarlo corretto. Ma lo è.
Buona serata,
LV
Cara Aostasera e gentile Silvia Savoye,
mi chiedo quale sia l’utilità informativa di questo articolo.
La persona in questione non è stata arrestata per fatti legati alla sua professione di dirigente medico e, per quanto ne sappiamo, al momento dell’arresto non era in servizio. Inoltre, gli illeciti contestati non sembrano in alcun modo renderlo inadeguato alla sua posizione professionale.
Fornire le sue generalità e sottolineare il suo ruolo professionale non rischia di essere, perdonate il termine, un mero “sputtanamento” riservato solo in quanto professionista di successo?
Quando persone con ruoli meno rilevanti vengono coinvolte in fatti di simile, tenue gravità, pubblicate articoli dello stesso genere?
Se la risposta a quest’ultima domanda è negativa – e sarebbe facile dimostrare che lo sia – lo scopo di questo articolo sembra essere solo quello di soddisfare un’invidia sociale. Un’invidia che porta alcuni lettori a gioire, vedi commenti e social, nel vedere una persona in una posizione di rilievo sanzionata per comportamenti inadeguati.
Capisco che testate nazionali come La Stampa, Il Corriere, La Repubblica, Fanpage, e altre abbiano scritto articoli simili. Tuttavia, quei giornali hanno smesso di avere una vera dignità giornalistica da anni.
Poiché il vostro quotidiano, al contrario, ha mantenuto una propria dignità e utilità, spero sinceramente di non leggere più articoli di questo tipo in futuro.
Con stima,
Stefano
Buonasera Stefano,
Le ho risposto alla mail che ci ha inviato con questo stesso commento.
A disposizione per chiarire.
Saluti,
LV
Un agente, un questore dovrebbe aver paura per sé o i propri cari di imbattersi in un chirurgo così?
È questa la comunità che vogliamo? Io anche no.
Poteva finire tutto con un taxi, ma senza la lucidità … Il punto è che essere sotto sostanze è un aggravante, non una attenuante: volutamente, perché si eviti di mettersi al volante. Sperando che quella notte non fosse anche reperibile … Immagino che l’USL gli rinnoverà la stima e il contratto.
Ma la grammatica e la logica dovrebbero aver paura di incontrarti? Di certo sarebbe una prima volta per entrambi!
E chi ha provato ad insegnarti a scrivere dovrebbe avere paura per sé o per i propri cari?
Poteva finire tutto con un aiuto da chatGPT, ma non c’è stata lucidità e hai comunque iniziato a scrivere.
Il punto è che essere sotto sostanze non è un’attenunate per un post così, bastava non mettersi alla tastiera.
Sicuro di non trovarti come responsabile del reparto di alcunché, ti porgo i miei più sarcastici saluti.
Stefano, non è criticando le presunte leggerezze grammaticali di Liù che contribuirà alla causa del neurochirurgo. Invero, il ricorso all’argumentum ad hominem é favorito da chi ha poco da aggiungere alla conversazione.
Il punto sollevato da Liù è chiaro e a mio avviso legittimo: chi sta svolgendo il proprio lavoro nell’ambito della giustizia dovrebbe essere esposto alla violenza verbale e alle minacce di una persona che, tra l’altro, ha tutti gli strumenti culturali per comprendere l’inappellabilità di quanto gli viene contestato? Se poi minacce e violenza sono indirizzati anche agli operatori dell’azienda sanitaria per la quale egli stesso lavora, forse la questione dell’inadeguatezza in rapporto alla propria professione diviene più evidente. Le ricordo infine che il codice deontologico della professione medica, per quanto non giuridicamente vincolante, richiede al professionista un decoro e una dignità, anche al di fuori dello svolgimento della professione, che con questa situazione hanno poco a che fare.
Le serate “storte” capitano a tutti, medici compresi. E più si ha un ruolo sociale importante, più si è criticati per quanto è successo di strano, come nell’occasione in esame. Il più delle volte basterebbe che l’indagato ammettesse la propria responsabilità, per trovarsi già a metà del recupero della sua credibilità … ma giudicare dall’esterno è fin troppo facile
Stiamo diventando uno stato di polizia.
Sono d’accordo
Come al solito vale il principio del garantismo all’italiana, quello per cui cosa li arresti a fare…
Andiamo bene!!
Notevole anche il giudice che l’ha rimesso in libertà…
Primario si, primario no, primario fantasma!
Lei non sa chi sono io!