Resta in carcere la “staffetta” del furgone con i migranti curdi

Si è tenuto l'interrogatorio di convalida dell'arresto del 27enne iracheno fermato venerdì scorso, 9 agosto, lungo la strada per il colle del Piccolo San Bernardo. L'uomo guidava un'auto che precedeva il Renault Trafic su cui erano nascoste dieci persone.
I migranti che erano a bordo del furgone.
Cronaca

Resta in carcere il 27enne iracheno, arrestato dalla Polizia di frontiera nelle prime ore di venerdì scorso, 9 agosto, lungo la strada per il colle del Piccolo San Bernardo. Lo ha deciso, a seguito dell’interrogatorio di convalida del fermo, tenutosi nella casa circondariale di Brissogne, il Gip Paolo De Paola. L’uomo, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, conduceva un’auto, una Renault Scénic, ritenuta dagli inquirenti la “staffetta” di un furgone in cui erano stipati, nel vano merci, dieci persone di etnia curda, dirette verso la Francia.

L’arrestato, presente regolarmente in Italia perché titolare di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, non ha fornito al giudice elementi utili a spiegare la sua presenza nella piazzola isolata in cui gli agenti lo hanno individuato fermo sulla vettura. L’auto sostava quattrocento metri più in alto della curva in cui, nel tentativo di seminare la pattuglia della polizia che lo aveva notato nei pressi di La Thuile, il Renault Trafic su cui viaggiavano i curdi era finito contro un terrapieno. L’autista del mezzo era comunque riuscito a scendere e far perdere le sue tracce nel buio.

Nel retro del Renault Trafic – con targa francese, come l’auto su cui è stato trovato l’iracheno – non erano presenti finestrini, né vani per l’aerazione. Per questo, il reato è contestato all’arrestato, dal pm Francesco Pizzato, con l’aggravante delle condizioni inumane che hanno messo a rischio l’incolumità dei trasportati. Tra le dieci persone stipate nel mezzo, anche due donne e tre bambini. Uno dei minori, non accompagnato, era stato affidato a una struttura regionale, sentiti i servizi di assistenza.

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