L’arresto del manager belga 55enne Filip De Ridder, per le lesioni alla compagna, è stato convalidato, ma la sua “prigione” diventa, almeno nell’immediato, la località in cui era in vacanza con la donna. Il Gip Giuseppe Colazingari ha infatti disposto oggi, giovedì 22 agosto, la scarcerazione dell’uomo e l’applicazione, a suo carico, dell’obbligo di misura nel comune di Rhêmes-Notre-Dame. De Ridder era finito in manette nella serata di lunedì scorso.
Il giudice, in ragione della non sussistenza di gravi indizi, ha inoltre riqualificato le accuse nei confronti dell’arrestato, che passano da sequestro di persona e tentato omicidio a lesioni personali. Una decisione che, per quanto riguarda la misura cautelare, accoglie l’istanza del difensore del manager, l’avvocato Federico Parini, che aveva chiesto per il suo assistito un regime meno afflittivo di quello carcerario (mentre il pm Luca Ceccanti aveva insistito sulla permanenza in cella).
Nell’interrogatorio di ieri, mercoledì 21, De Ridder aveva offerto al magistrato una versione dei fatti diametralmente diversa da quella di Procura e Carabinieri. Ha ammesso di aver litigato duramente con la compagna con cui era in un alloggio in affitto, una 34enne di origini africane stabilitasi in Olanda, ma di non essere andato oltre qualche spintone e di non aver avuto intenzione di ucciderla. La disputa tra i due era nata per motivi sentimentali: un presunto tradimento della donna, di cui lui riteneva di aver rinvenuto tracce in messaggi sullo smartphone.
L’allarme era stato dato dal figlio adolescente dell’uomo, spaventato da quanto stava accadendo in casa, dove la coppia era arrivata qualche giorno prima. Nella ricostruzione dei Carabinieri successiva ai fatti, De Riddes avrebbe chiuso la compagna in camera, impedendole di uscire, tentando di strangolarla e percuotendole la testa contro il bordo di un tavolo. Sulla donna, accompagnata al Pronto soccorso di Aosta, erano state riscontrate ferite giudicate guaribili in venti giorni. Sono invece stati esclusi colpi inferti con il manico dell’ascia sequestrata dai militari.
Quei gesti erano stati “tradotti” giuridicamente nelle ipotesi di sequestro di persona e tentato omicidio, di cui il Gip non ha tuttavia riscontrato la pienezza del quadro indiziario, pur ritenendo fondato l’arresto, sulla base dell’accaduto. Ad oggi, salvo diverse decisioni successive del pubblico ministero (le indagini non sono ancora chiuse), le accuse a carico di De Ridder si alleggeriscono. Segnato un punto difensivo, attenderà, per ora, i futuri sviluppi dell’inchiesta in Val di Rhêmes. Lontano dai rumori e dalla donna con cui era arrivato in paese.