Sentenza Rollandin: i “favori” tra Accornero e Cuomo, tra 4K e lavori in casa

Nelle motivazioni, il Gup De Paola ripercorre le dinamiche corruttive tra l’imprenditore Cuomo e il manager Accornero rispetto alla fornitura per l’endurance trail voluto da piazza Deffeyes nel 2016.
Gabriele Accornero
Cronaca

È il 2016, Regione e “VdA Trailers” sono ai due estremi di una corda tesissima e piazza Deffeyes la strappa, facendo sì che, in settembre, saranno due i trail. Il tradizionale “Tor des Géants” e il neonato 4K, che la Giunta presieduta da Augusto Rollandin affiderà al Forte di Bard. In tale contesto si annidano i fatti per cui – come spiegato nella sentenza al processo dello scorso 28 marzo – il Gup Paolo De Paola ha condannato il consigliere delegato della Fortezza Gabriele Accornero e il titolare del “Caseificio Valdostano” Gerardo Cuomo per concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

A quanto si legge nelle 165 pagine di motivazioni, Accornero, agendo in veste di pubblico ufficiale (anche in considerazione del ruolo di dirigente Finaosta), ha “frustrato la gara di evidenza pubblica per l’affidamento del lavoro di fornitura di cibi e bevande per la gara podistica denominata ‘Trail 4K’, favorendo, in particolare, l’amico Cuomo”.

Come? “Contattandolo per proporgli l’affidamento della fornitura tramite un contratto di sponsorizzazione e successivamente” – una volta preso contezza dell’impossibilità di operare in tal senso (a seguito di un parere legale) – “facendo pubblicare un avviso per la presentazione di manifestazioni d’interesse”, che va online il 31 marzo 2016 e scade appena otto giorni dopo.

“Circostanza pacifica è che vi fu un’unica domanda di partecipazione, presentata dal Caseificio Valdostano di Gerardo Cuomo”: il totale affidato ammonta ad oltre 68mila euro, ma è chiaro che quella prestazione “potesse garantire al fornitore non solo e non tanto il corrispettivo economico, ma anche e soprattutto vantaggi in termini pubblicitari”.

Il Gup ne trova una conferma nella risposta data dall’imprenditore alimentare al pm Luca Ceccanti, che ha coordinato le indagini dei Carabinieri: “Sicuramente io ho effettuato la fornitura perché volevo guadagnare, ma anche per un motivo di pubblicità e visibilità della mia ditta”. Tanta sicurezza è spiegata dal giudice con il fatto che è “pacifico che ancor prima della pubblicazione del bando, il Cuomo è stato messo a conoscenza dei dettagli della fornitura”.

Alcune riunioni preparatorie, sin dal mese di febbraio stando ad alcuni testimoni sentiti, si sono tenute nella sede di Finaosta e uno di loro sottolinea come “vi trovai un paio di persone che mi presentarono come rappresentanti del Caseificio Valdostano”. Peraltro, è sempre Cuomo a parlare al pubblico ministero, “io davo per scontato che la fornitura l’avremmo dovuta fare noi”, perché “Accornero mi disse che il Forte aveva necessità di fornire il trail 4K e mi disse che voleva che fossimo noi a fornire la gara”.

Una condotta “in spregio dei doveri di imparzialità, trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione”, peraltro nell’ambito “di una continua collaborazione con il Cuomo che ha consentito al titolare del Caseificio Valdostano di ottenere vantaggi tanto economici quanto strategici” (il riferimento è anche alla vicenda del trasferimento della sede dell’azienda, filone d’indagine che ha coinvolto anche l’ex presidente Rollandin), di cui l’imprenditore, a quanto emerge dalla sentenza, si è “sdebitato in due modi”, assumendo così la veste di “privato corruttore del pubblico ufficiale imparziale”.

Da un canto pagando i lavori di ristrutturazione dell’abitazione del manager Finaosta a Porossan di Aosta e, dall’altro, assumendo i costi degli “pneumatici invernali dell’auto in uso all’Accornero” e alla sua allora fidanzata. Fatti per cui, è la valutazione del Gup De Paola, “non è ravvisabile alcuna causa alternativa lecita, dal momento che risulta contrario ad ogni logica razionale l’utilizzo di proprio denaro per favorire un altro soggetto che non versa nelle condizioni di necessità”. Cuomo ha giustificato quei pagamenti, in un interrogatorio, con “i rapporti stretti che avevo con Accornero”. Tuttavia, per il magistrato non era semplice amicizia, ma anche “interesse e mutuo vantaggio”.

Nel ripercorrere “la collusione tra i due soggetti”, sfociata “in un un accordo clandestino diretto ad influire sulla normale presentazione delle manifestazioni d’interesse”, la sentenza offre anche alcuni dettagli sulla situazione al tempo tesa, riguardante la “coesistenza” e la quasi contemporaneità tra i due trail. Anzitutto, ricordando “l’anomalia, in considerazione delle finalità istituzionali dell’Associazione Forte di Bard, della circostanza che la Regione abbia inteso affidare” proprio ad essa “l’organizzazione della manifestazione sportiva”.

Dopodiché, riportando un passo della memoria difensiva depositata da Gabriele Accornero (assistito al processo dagli avvocati Corrado Bellora e Guido Furgiuele), che dimostra come il consigliere delegato stesso vivesse dei timori in merito: “una gara con le caratteristiche del 4K si prepara normalmente con due anni di anticipo e la struttura organizzativa del Forte era già stressata dalla mole di lavoro ordinaria”, è la citazione.

“Sapevo inoltre – continua la lettura – che, se l’organizzazione si fosse rivelata lacunosa o, peggio, in caso di numero insoddisfacente di partecipanti, la responsabilità sarebbe ricaduta strumentalmente sul Forte di Bard e sulla mia persona. Decisi pertanto che, nelle more della trattativa tra Regione e Vda Trailers (poi naufragata), fosse necessario avviare un tavolo di lavoro che potesse recepire consigli informali e indicazioni per l’organizzazione della gara”. Un’“informalità” che, difficile dire diversamente a posteriori, non ha giovato al manager.

Cuomo Bagalà
Gerardo Cuomo con l’avvocato Maria Rita Bagalà.

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