Senza esito le ricerche dell’escursionista non rientrato dalla Punta Piure

Le guide del Soccorso Alpino Valdostano e della Guardia di Finanza, i Vigili del fuoco e il Corpo Forestale hanno esplorato invano sia la parte in quota, sia quella bassa dell'itinerario annunciato da Franco Matta, 67 anni, di Champoluc.
Cronaca

Guide, unità cinofile, tecnici per la localizzazione telefonica e sorvoli in elicottero: praticamente tutta l’operatività prevista dal piano regionale di allerta per “persona scomparsa” è stata messa in campo, ma nulla. Di Franco Matta, l’escursionista 67enne di Champoluc che ieri sera non ha fatto rientro a casa, dopo essere partito in mattinata per la Punta Piure, nel gruppo del Rosa, non c’è traccia. Alla macchina delle ricerche, arrivata la serata di oggi, non è rimasto che fermarsi, con la prospettiva di rimettersi in moto domattina.

Le prime esplorazioni sono scattate ieri, dopo l’allarme dato dalla figlia, preoccupata per non aver visto rincasare l’uomo, che peraltro conosce bene la zona, vivendovi. Il Soccorso Alpino ha battuto i sentieri più visibili, poi ha dovuto abbandonare per il calar della notte. Con le luci dell’alba è stato l’elicottero della Protezione civile a decollare, per una ricognizione aerea ai 2900 metri della punta (e dintorni), che ha avuto esito negativo.

Sono quindi partite le squadre di terra: il Soccorso Alpino Valdostano e della Guardia di finanza hanno esplorato, anche con i cani da ricerca, la zona montuosa dell’itinerario, mentre la parte bassa dell’escursione, quella che si sviluppa dai boschi di Champoluc, è stata affidata ai Vigili del fuoco. Questi ultimi hanno attivato anche i tecnici di Topografia Applicata al Soccorso, competenti tra l’altro nella geolocalizzazione dei telefoni cellulari.

Tuttavia, anche questo tentativo non ha scaturito risultati: il cellulare di Franco Matta non viene agganciato dalla rete da oltre ventiquattr’ore (perché spento, o uscito da un’area coperta). Impossibile quindi, per i tecnici, risalire all’ultima cella collegata. E’ stata tuttavia attivata una modalità di monitoraggio del network per cui, qualora il segnale dovesse riapparire, le tecnologie dei TAS lo localizzerebbero in tempo reale.

Sull’area delle operazioni, in mattinata, si è recato anche il direttore del Soccorso Alpino, Adriano Favre, che ha descritto la zona come “complessa, estesa e con più opzioni di itinerario”, elementi tali da rendere le ricerche meno semplici. Nella ridda di incertezze, sembra comunque esistere un punto fisso: l’escursionista sarebbe arrivato alla Punta. “Aveva annunciato il posizionamento di bandiere tibetane – ha aggiunto Favre, che è guida della società di Champoluc-Ayas e ha quindi particolare familiarità con il gruppo del Rosa – e quelle si sono viste”.

Nel tardo pomeriggio, con il perdurare dell’esito negativo dei vari sopralluoghi delle squadre, “viste le condizioni impegnative e l’area particolarmente difficile e impervia”, le ricerche sono state sospese: riprenderanno domattina.

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