È andato anche oltre la richiesta dell’accusa, il Gup Davide Paladino, nel condannare a tre anni e dieci mesi di carcere il 48enne Stefano Cremaschi, nome non nuovo alle cronache con un passato da giocatore ed istruttore di tennis in Valle d’Aosta. L’uomo è stato processato oggi, giovedì 29 novembre, con rito abbreviato al Tribunale di Aosta. Era imputato di truffa aggravata, uso indebito di carta di credito, tentata violenza privata e violazione della misura cautelare cui era sottoposto.
Del caso si era occupata la Squadra mobile della Questura di Aosta. Cremaschi, chiamato ad osservare l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza (nel torinese), avrebbe fatto ritorno più volte in Valle d’Aosta, nonostante il divieto. In quelle occasioni, inventando dei problemi di salute della madre, sarebbe riuscito ad irretire una donna, arrivando a farsi consegnare, in più tranches, un totale di 3mila euro.
Non solo, perché dalle indagini era emerso che aveva anche usato la carta di credito della malcapitata, per 900 euro. Infine, quando si era visto scoperto, nell’intento di non farsi denunciare, la avrebbe pesantemente minacciata attraverso degli sms. L’esito degli accertamenti degli agenti, unito al mancato rispetto dell’obbligo di soggiorno, aveva condotto il Gip del Tribunale, lo scorso 1° ottobre, a disporre la custodia in carcere del 48enne, aggravando la misura a suo carico.
Cremaschi, con diversi altri episodi da “truffacuori” alle spalle, nei quali una componente ricorrente era rappresentata dal suo fisico prestante e dai modi galanti, era difeso dall’avvocato Andrea Urbica. Il giudice ha anche stabilito un risarcimento danni a favore della vittima, costituitasi parte civile nel processo. Il pm Luca Ceccanti, nell’invocare di affermare la colpevolezza dell’imputato, aveva chiesto una condanna a tre anni. Troppo poco, per il Gup Paladino.