Solidarietà dell’ASVA verso il giornalista de La Stampa Genco

Il messaggio di solidarietà dell’Associazione stampa valdostana è stato diffuso dopo l’apparizione, sabato mattina, di una scritta contro il giornalista de La Stampa, Daniele Genco, sul muro del sottopassaggio di Via Roma
La scritta apparsa nel sottopasso di Via Roma
Cronaca

“Le parole offensive, rivolte a un cronista che è stato vittima nel 1998 anche di una vile aggressione fisica, sono un triste reperto di ideologie che la storia ha consegnato all’archeologia. Vogliono inutilmente intimorire chi non si fa intimorire, seminare odio nei confronti di chi svolge con professionalità il proprio lavoro. I giornalisti valdostani sono al fianco di Daniele Genco e respingono al mittente un gesto grave quanto futile, pericoloso quanto ridicolo”.E’ questo il messaggio di solidarietà e vicinanza che l’Associazione stampa valdostana ha diffuso dopo l’apparizione, sabato mattina, di una scritta contro il giornalista de La Stampa, Daniele Genco, sul muro del sottopassaggio di Via Roma.

La scritta a firma “Arturo” richiama il nome di Arturo Fazio di Castellamonte (TO) uno dei tre condannati nel 2000 dal tribunale di Ivrea per aver picchiato selvaggiamente il giornalista. Genco ha alle spalle infatti una storia che nel 1998 lo trasformò da cronista a oggetto di cronaca. Il 2 aprile del 1998 fu vittima di un pestaggio a Brosso, in provincia di Torino da parte di un gruppo di squatters, nel corso dei funerali dell’anarchico Edoardo Massari, suicida in carcere dopo essere stato condannato per possesso di esplosivi.

Nel processo che condannò al carcere il giovane, Genco fu chiamato come testimone. Il giornalista presenziò poi funerale del giovane dove fu visto e poi circondato dagli squatters e picchiato tanto violentemente da dover stare un mese in ospedale e altri sei in riabilitazione. In quell’occasione anche altri giornalisti vennero presi di mira. Nell’agosto dello stesso anno Genco ricevette a casa un pacco bomba che solo per motivi tecnici non esplose tra le sue mani. Gli venne così assegnata una scorta armata per quasi tre anni.
Sull’episodio di sabato indagano Digos e Carabinieri. La solidarietà al giornalista è stata espressa anche da magistrati, forze dell’ordine e dal presidente della Regione Augusto Rollandin che ha definito il gesto "inqualificabile’ aggiungendo ‘Non abbiamo nessuna intenzione di sottovalutare questo episodio tanto che sarà uno degli argomenti all’ordine del giorno del prossimo Comitato ordine sicurezza pubblica". Sulla questione Il Cdr del quotidiano La Stampa ha chiesto ‘ massima allerta sul caso alle forze dell’ordine’.

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