Sorbara con i pm per 5 ore. L’avvocato: “dissolta ogni ombra”

Il consigliere regionale sospeso è stato interrogato oggi, giovedì 4 aprile, dai sostituti Longi e Castellani, titolari del fascicolo legato all’operazione “Geenna”, sulle presunte infiltrazioni di ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.
Cronaca

“Più chiaro di così, il nostro assistito, non poteva essere”. È il commento dell’avvocato Raffaele Della Valle, difensore di Marco Sorbara assieme ai colleghi Donatella Rapetti e Sandro Sorbara, sull’interrogatorio cui il consigliere regionale sospeso è stato sottoposto oggi, giovedì 4 aprile, dai pm della Dda di Torino Valerio Longi e Stefano Castellani. Per fatti del periodo in cui era assessore alle politiche sociali al Comune di Aosta, Sorbara è in cella a Biella dallo scorso 23 gennaio, dopo essere stato arrestato dai Carabinieri del Gruppo Aosta nell’ambito dell’operazione Geenna su presunte infiltrazioni di ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.

“Sorbara ha fugato ogni dubbio sul suo operato, che è stato rettilineo. – aggiunge il legale –  Ha dissolto qualsiasi ombra. Dove servivano delle deliberazioni sono state adottate, assieme al resto della Giunta, in trasparenza”. L’interrogatorio è durato oltre cinque ore, anche perché “il nostro cliente ci teneva a spiegare la sua estraneità ai fatti contestati, provato com’è da 74 giorni di carcerazione, è dimagrito di 8 kg”. I magistrati, commenta l’avvocato, “gli hanno dato la possibilità di parlare”, in un “clima molto sereno”, e Sorbara è entrato nel merito di “ognuno dei cinque-sei episodi che gli vengono contestati, nell’arco di sei anni”. Fatti che “non hanno rilievo penale”, anche sono stati “evidenziati dai Carabinieri” come tali.

In un caso, “una donna con quattro bambini, in condizione d’indigenza, voleva sapere come ottenere una casa popolare. Lui le ha indicato l’esistenza di uno sportello cui rivolgersi. Non sa neanche se poi abbia avuto l’alloggio”. Quanto ai mobili del comune di Aosta trasportati a San Giorgio Morgeto, Sorbara l’ha fatto “perché erano in un magazzino e si ammaloravano. Nemmeno le spese per la benzina gli sono state riconosciute”. Quanto allo spendersi per la mostra degli artisti calabresi in una saletta comunale, “gli era stato segnalato che un assessore regionale si beava di aver ottenuto il risultato, ma lo aveva fatto lui e, quindi, ha scritto per sottolinearlo”.

Infine, il rapporto con Tonino Raso – il ristoratore arrestato nella stessa occasione perché ritenuto di essere uno dei componenti del locale di ‘ndrangheta attivo in Valle (che si sarebbe avvalso di Sorbara quale “longa manus” per condizionare l’attività amministrativa del Comune) – per l’avvocato Della Valle era “trasparente”, perché per l’allora assessore “era un compagnone, un corregionale”. “Da buon commerciante, – commenta – Raso si faceva ben volere da destra, sinistra e centro. Mezza Aosta andava nel suo ristorante. Anche le istituzioni. L’assessore l’ha fatto Sorbara, con la Giunta. Raso non ha mai chiesto favori, né consigliava come fare l’assessore”.

Tant’è che, racconta ancora il legale, “di voto di scambio” nell’interrogatorio di oggi “non se n’è nemmeno parlato”, anche perché “basta leggere le trascrizioni”: il titolare della pizzeria La Rotonda “non consigliava di votare Sorbara”. Insomma, il politico sospeso dall’Union Valdôtaine  (dal giorno in cui è finito in manette) “era l’assessore di tutti, incontrava un sacco di gente ogni mese, inclusi anziani e portatori di handicap. Che ne poteva sapere se, tra le persone che aveva davanti, c’era qualcuno che poteva avere parenti di terzo/quarto grado implicati in organizzazioni mafiose?”.

Visto lo sviluppo del “tu per tu” di oggi con i “pm”, “ora raccoglieremo bene tutti i dati emersi e prepareremo, per inoltrarla la prossima settimana, un’istanza di arresti domiciliari” al Gip. Ritenendo che “Sorbara abbia dissolto qualsiasi ombra”, i legali che lo assistono sono dell’idea che possa essere emesso un “provvedimento meno afflittivo” per lui, facendogli lasciare il carcere. Sarà il tempo a dire se anche la Procura (che dovrà esprimere un parere in merito) e il Giudice per le Indagini Preliminari condividono la stessa opinione.

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