Spaccio e uso indebito di carta di credito: una condanna e un patteggiamento

Definite le posizioni degli ultimi due imputati nel processo sui reati di cui, secondo le indagini di Polizia e Carabinieri, un alloggio in via Trottechien, ad Aosta, ha funto da “incubatore”.
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Cronaca

Dopo l’uscita di scena di quattro imputati nell’udienza preliminare dello scorso 16 ottobre, erano rimaste due le persone da processare per gli illeciti, emersi da attività investigative dei Carabinieri e della Squadra mobile, di cui un’abitazione di via Trottechien, ad Aosta, è risultata aver funto da “incubatore”. Sono comparsi oggi, mercoledì 26 febbraio, dinanzi al collegio presieduto da Eugenio Gramola e con Marco Tornatore e Luca Fadda come giudici a latere. La mattinata, utilizzata anche per sentire diversi testimoni, si è chiusa con un patteggiamento e una condanna.

Ziad Shaker, 20enne nato ad Aosta, era accusato di spaccio di stupefacenti e gli sono stati inflitti 6 mesi di carcere e 800 euro. Dalle indagini aveva preso corpo che la “casa” fosse divenuta “luogo di convegno abituale di persone – anche minorenni” – dedite all’assunzione di stupefacenti. L’imputazione di smercio di droga gli era mossa in concorso con altre due persone già giudicate e la sua posizione era ritenuta dalla Procura marginale rispetto alle loro.

Su Shaker pendeva anche l’accusa di introduzione nello Stato di denaro falso, ma il tribunale ha dichiarato di “non doversi procedere” nei suoi confronti, perché già condannato, con sentenza definitiva, per fatti analoghi.

L’altro imputato, Es-Said El Mansouri, 30enne di origini marocchine, chiamato a rispondere di indebito utilizzo di una carta di credito, ha patteggiato sei mesi di reclusione. Si trattava di una prepagata “Superflash” ottenuta nel “giro” della “casa” e passata di mano tra vari giovani frequentatori dell’alloggio (all’insaputa del legittimo proprietario), per acquisti in negozi e boutique e per prelevare da uno sportello Bancomat. Risarcito il danno cagionato, El Mansouri ha trovato il consenso del pm Carlo Introvigne al rito alternativo.

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