Per l’ispettore forestale arrestato con accuse di assenteismo, il 57enne Franco Vicquéry, la casa smette di essere una cella. Lo ha deciso oggi, martedì 4 giugno, il Gip del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari, che ha revocato gli arresti domiciliari, sostituendoli con la sospensione per sei mesi dall’esercizio del pubblico ufficio (l’uomo era comandante della Stazione forestale di Gignod) e l’obbligo di dimora a Gignod, suo comune di residenza.
L’attenuazione della misura cautelare nei confronti dell’uomo (Vicquéry era finito in manette lo scorso 23 maggio, da parte dei suoi colleghi della Sezione di polizia giudiziaria presso la Procura) era stata richiesta dai suoi difensori, gli avvocati Alessio Ansermin e Federica Gilliavod. Il pm Luca Ceccanti, titolare del fascicolo, aveva espresso parere contrario all’istanza.
Le accuse mosse all’ispettore sono la truffa aggravata, l’alterazione dei sistemi di rilevazione della presenza e il peculato d’uso. Attraverso osservazioni e pedinamenti, i forestali incaricati delle indagini hanno appurato che Vicquéry avrebbe attestato manualmente la presenza in servizio (malgrado l’obbligo di “timbratura”), anche per i momenti in cui risultava a casa a fare pranzo, o comunque non era al lavoro.
In settantacinque giorni di monitoraggio da parte degli inquirenti, tra l’autunno 2018 e il marzo di quest’anno, solo in diciassette la sua presenza lavorativa sarebbe stata regolare. L’assenza illegittima avrebbe incluso, secondo gli inquirenti, anche l’uso illegittimo dell’auto di servizio, anche per trasportare il cane, parcheggiandola anche nel garage di casa.