Striscione durante il comizio di Salvini, per la Procura nessun reato

Il pm in turno, ricevuta l’informativa della Digos della Questura (che aveva identificato come autrice del gesto la consigliera comunale uscente Carola Carpinello), non ha ravvisato elementi rilevanti sul piano penale.
L'esposizione dello striscione sul Municipio (foto da Facebook).
Cronaca

Archiviazione per non aver ravvisato elementi rilevanti sul piano penale. L’ha decisa la Procura della Repubblica dopo aver valutato il fascicolo aperto (a modello 45, cioè “fatti che non costituiscono una notizia di reato”) sull’esposizione di uno striscione, dal balcone del Municipio di Aosta, durante il comizio del leader leghista Matteo Salvini, lo scorso 17 settembre, da parte del consigliere comunale uscente Carola Carpinello.

La donna, 54 anni, era stata identificata al termine degli accertamenti della Digos della Questura di Aosta, che aveva individuato nella condotta della donna (segnalandola all’autorità giudiziaria) una violazione della legge sulla tutela dell’ordine pubblico del 1975, relativa al divieto di apparire in pubblico con il volto travisato durante “manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico”. Una conclusione non raggiunta dal pm in turno che ha ricevuto l’informativa, il sostituto procuratore Francesco Pizzato.

Carpinello – apparsa sul balcone dell’Hotel de ville, mentre in piazza Chanoux parlava il Segretario leghista, indossando una tuta rossa e la maschera di Dalì (outfit reso popolare dalla serie tv “La casa di carta”) – ha srotolato uno striscione con la scritta “No Lega Bella ciao”. La consigliera stessa, al diffondersi della notizia della chiusura degli accertamenti da parte della Polizia, non ha smentito il gesto (che non era però stato rivendicato).

Non ho mai nascosto di essere stata io, tant’è che ho usato il mio badge” per entrare in Municipio, ha commentato. Per poi aggiungere: “La mia protesta è stata pensata per non essere offensiva, era una performance: senza quella maschera non aveva senso”. Carpinello, dopo cinque anni in opposizione, non si era ricandidata alle elezioni comunali, per correre per il Consiglio Valle nella lista di “Adu VdA”, poi esclusa dalla Commissione elettorale regionale.

Nel mentre, al di là dell’aspetto giudiziario della vicenda, si registra – affidata ad una nota diffusa in mattinata – la posizione sull’accaduto dell’Amministrazione comunale di Aosta che, per “rispetto degli elementari diritti democratici” prende “le distanze dal comportamento della consigliera Carola Carpinello”, tale da aver “generato forte imbarazzo in chi si trovava all’interno del Palazzo municipale per ragioni di lavoro”.

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