Tragedia sul Bianco: otto dispersi e nessuna speranza di trovarli vivi

Una montagna di neve e ghiaccio. Una valanga con un fronte di 200 metri, si è staccata a causa della caduta di un saracco sul Mont Blanc di Tacul, sul versante francese del Monte Bianco. Otto dispersi. Salvi altri otto alpinisti, tra cui sei italiani.
Una fase dei soccorsi
Cronaca
Il bilancio dell’ultima tragedia della montagna è di 8 dispersi, cinque austriaci e tre svizzeri, e di tre feriti non gravi. Ma poteva essere molto più grave. Nella notte tra sabato e domenica alcune cordate di alpinisti stavano tentando di salire sulle vetta del Monte Bianco dal Mont Blanc du Tacul, sulla via normale del versante francese. Le cordate, per un totale di 16 alpinisti, erano partite intorno poco dopo le 3 del mattino. Sono giunte all’inizio del pendio che li avrebbe condotti alla cresta quando, improvvisamente, un saracco è crollato, causando di conseguenza una valanga dal fronte di 200 metri.
La montagna di neve e ghiaccio li ha colti senza che potessero fare nulla. La valanga si è però divisa in due lingue, una è andata verso il col du Midi e l'altra verso il ghiacciaio dei Bossons. I più fortunati sono stati quelli che si trovavano in mezzo e che sono riusciti ad evitare la tragedia. Altri sono stati travolti e trascinati a valle per circa 1000 metri. Alcuni dei sopravvisuti hanno “nuotato” sopra la neve scampando la tragica fine di colleghi che invece sono stati inghiottiti dai crepacci e poi coperti dalla neve. Nessuna speranza di ritrovarli in vita. Al momento dell’accaduto erano oltre 47 gli alpinisti impegnati nella salita del Mont Blanc du Tacul.
Complessivamente 16 gli scalatori coinvolti. Otto se la sono cavata. Tra questi quattro italiani, una guida di Varallo Sesia (Vercelli), assieme a due clienti e un collega di Verbania. Per gli altri otto alpinisti, ufficialmente dispersi, tra i quali due guide alpine, una austriaca e una svizzera, si dovrà aspettare il recupero, poiché le ricerche sono state sospese per il pericolo di nuovi crolli.
Nel frattempo i soccorritori hanno solo intercettato il segnale dell'apparecchio di soccorso Arva di alcuni di loro. La tragedia poteva assumere dimensioni molto più grandi se la valanga fosse caduta dopo le otto del mattino. Di certo di dimensioni enormi è stata la valanga. La via normale che porta dal versante francese verso la cima del Monte Bianco infatti è molto trafficata. Se il saracco si fosse staccato qualche ora più tardi avrebbe coinvolto decine e decine di alpinisti.
La macchina dei soccorsi, è partita poco prima della 4 ed ha impegnato gli uomini del Peloton d'haute montagne della Gendarmerie di Chamonix e gli uomini del Soccorso alpino valdostano e della guardia di finanza di Courmayeur. Nell’attesa dei soccorsi, gli alpinisti coinvolti si sono aiutati tra loro, come hanno raccontato alcuni dei sopravvissuti. Si sono poi alzati gli elicotteri dei soccorsi francesi che hanno poi chiesto aiuto ai “colleghi” italiani: 12 guide alpine sono così partite da Aosta e Courmayeur. Oltre 50 soccorritori hanno cercato per ora di rintracciare gli alpinisti sotto metri e metri di neve. Alle 16 del pomeriggio tutto è stato bloccato per il rischio di altre valanghe. Il pericolo è infatti elevato e la speranza di trovare qualche alpinista vivo è ormai nulla.
"Potranno riprendere – ha detto il ministro degli interni francese, Michelle Alliot-Mariesolo quando non sarà più in pericolo la vita dei soccorritori. Al momento è impossibile dire quando". All’eliporto di Chamonix, dove si è riunito un vertice lampo, ha preso parte anche il presidente della Regione, Augusto Rollandin che ha evidenziato a fine riunione, l’efficacia e la collaborazione dei soccorsi di montagna di Italia e Francia e, in particolare della Valle d'Aosta e dell'Alta Savoia” auspicando per il futuro un maggior incremento della collaborazione stessa.
 
Non appena le condizioni lo permetteranno ripartiranno i soccorsi per cercare di recuperare i dispersi. Per alcuni di loro, è stato rintracciato il segnale dell'Arva.  

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