E’ stato identificato e riconosciuto formalmente il pilota di parapendio recuperato deceduto, all’alba di oggi, venerdì 27 giugno, sulla cresta del Brouillard, nel massiccio del Monte Bianco. Nicolas Gregorio Benedetti aveva 54 anni ed era originario di Mar del Plata, in Argentina. Il recupero del cadavere, dopo una giornata di tentativi vani, è stato reso possibile al Soccorso Alpino Valdostano da condizioni meteo finalmente ottimali, alle prime luci di stamane.
Dal 1990 era guida alpina e – come si legge sul sito ove offriva i suoi servizi – era pronto ad assistere i clienti nello scialpinismo sulle montagne e sui vulcani della Patagonia, nell’arrampicata su roccia e su ghiaccio, nonché tenendo corsi di arrampicata. Il suo curriculum di professionista includeva numerose ascensioni in Patagonia, compresi il Cerro Torre e il Fitz Roy (tre volte, inclusa la prima ripetizione della via Tehuelche e, alle 17, la via Affanasief).
A quanto ricostruito dal Soccorso Alpino della Guardia di finanza, Benedetti era partito per volare sul Monte Bianco dal Brévent nella mattinata di mercoledì scorso. Era assieme ad un amico che aveva concluso l’uscita rientrando a Chamonix. Lui, invece, aveva proseguito da solo. Il suo mancato rientro, nella cittadina dell’Alta Savoia, aveva portato all’allarme ai gendarmi francesi.
Il PGHM di Chamonix aveva così attivato, verso l’1.30 della notte tra mercoledì e giovedì, la Centrale Unica del Soccorso. Un primo sorvolo era stato effettuato subito, ma le condizioni meteo avverse avevano costretto l’equipaggio del Sav al rientro. Così era stato per un secondo tentativo alle 5 di ieri, perché le nuvole continuavano ad avvolgere la zona. Alle 6.30, un altro sorvolo aveva consentito di avvistare il parapendista: era a circa 4.160 metri di quota, al Picco Luigi Amedeo.
Ai soccorritori era apparso chiaro che ci fossero poche probabilità di recuperarlo in vita. L’arrivo, sull’area delle operazioni, di una forte perturbazione aveva poi portato a desistere dei tentativi per il resto della giornata di ieri. Anche perché l’operazione si presentava delicata: avvicinarsi in volo avrebbe significato rischiare di gonfiare la vela cui il corpo era ancora attaccato, causandone l’ulteriore caduta.
Stamattina, arricchendo l’equipaggio di un tecnico del Sav (in aggiunta ai due abituali, assieme al medico-rianimatore), per operare più rapidamente sulla parete, è stato possibile raggiungere il corpo e completare l’operazione. La salma è stata portata a Courmayeur, dove i finanzieri del Sagf hanno completato gli accertamenti. Dai riscontri successivi, è probabile che il pilota sia morto sul colpo, precipitando sulla parete. Ora, com’è prassi in questi casi, i militari relazioneranno sull’accaduto all’autorità giudiziaria.
Una risposta
Il video non mostra per nulla nè il Picco Luigi Amedeo nè la cresta di Brouillard.
Dopo un breve passaggio sulla parte bassa del versante meridionale del Bianco – zona dei bivacchi Lampugnani e Crippa – c’è una carrellata sulla cresta di frontiera ampiamente a est del Picco che oltretutto è molto arretrato rispetto alla cresta preindicata.