Valanga al col Chamolé, i sei istruttori Cai convocati dal pm per l’interrogatorio

Sono indagati per disastro ed omicidio plurimo colposi. La loro comparizione davanti al sostituto procuratore Eugenia Menichetti è stata fissata per giovedì prossimo, 17 maggio. Nella valanga, lo scorso 7 aprile, morirono due persone.
Valanga Pila Lago Chamolé
Cronaca

Passaggio significativo per le indagini sulla valanga che, lo scorso 7 aprile ha ucciso due persone al Col Chamolé, sopra Pila, tra i partecipanti ad un’uscita in Valle d’Aosta organizzata dalla scuola Cai “Pietramora”, nell’ambito di un corso avanzato di scialpinismo. I sei iscritti nel registro degli indagati, con le accuse di disastro ed omicidio plurimo colposi, sono stati invitati a rendere interrogatorio dinanzi al pm Eugenia Menichetti, titolare del fascicolo, giovedì prossimo, 17 maggio.

Si tratta di sei istruttori della scuola: Vittorio Lega, 51 anni, istruttore nazionale Cai di scialpinismo di Faenza e direttore del corso; Leopoldo Grilli, 44 anni, della sezione Cai di Imola; Alberto Assirelli, 50 anni di Ravenna; Paola Marabini, 56 anni di Faenza; Giacomo Lippera, 45 anni di Rimini; Matteo Manuelli, 43 anni di Imola. 

Gli ultimi due erano stati investiti dall’importante valanga staccatasi lungo l’itinerario che doveva portare il gruppo al rifugio Arbolle, ma i soccorritori erano riusciti ad estrarli ed erano rimasti ricoverati, per alcuni giorni, all’ospedale di Aosta. Non ce l’avevano fatta, invece, Roberto Bucci, 28enne snowboarder di Faenza, e Carlo Dall’Osso, 52 anni di Imola, settimo istruttore Cai previsto per l’uscita.

Dall’Osso era stato trascinato dal fronte da 250 metri di neve, che ha percorso complessivamente un dislivello di 600 metri, nelle acque gelide del lago Chamolé, dov’era stato recuperato senza vita dai sommozzatori dei Vigili del fuoco, intervenuti sul luogo assieme ai medici del 118, al Soccorso Alpino Valdostano e al Sagf della Guardia di finanza.

Sull’accaduto, le Fiamme gialle di Entrèves, comandate dal maresciallo Delfino Viglione, cui sono stati delegati gli accertamenti, hanno prodotto, dopo una ricostruzione iniziale, consegnata al pm all’indomani dei fatti, una relazione tecnica legata a vari fattori, tra i quali il tipo di valanga, il suo punto di distacco, nonché elementi oggettivi e soggettivi che entrano in campo in eventi di questo tipo. Nel documento sono poi inclusi elementi che gli inquirenti giudicano “particolarmente interessanti sotto l’aspetto ambientale”.

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