Vallo di La Saxe, confermate in appello le assoluzioni
La Corte d’Appello di Torino ha confermato al termine dell’udienza di oggi, mercoledì 27 ottobre, le assoluzioni dei quattro imputati dalle varie accuse nate dalle indagini sul vallo del monte La Saxe a Courmayeur. Il processo di primo grado si era chiuso il 19 settembre 2019, dinanzi al Gup del Tribunale di Aosta, con il primo proscioglimento dei dirigenti regionali Valerio Segor e Raffaele Rocco, nonché dei geometri dell’assessorato alle Opere pubbliche Furio Saravalle e Ronny Salvato, ma la Procura della Repubblica aveva impugnato la sentenza.
Segor e Rocco (il secondo, all’epoca, era stato nominato commissario alla gestione dell’emergenza della frana del monte La Saxe) erano chiamati a rispondere di malversazione, ipotesi legata soprattutto – per gli inquirenti – alla mancata realizzazione del by-pass della Dora di Ferret. Le altre imputazioni attenevano al ciclo amministrativo della realizzazione del vallo protettivo, nel 2014.
In particolare, a Segor era contestato l’abuso d’ufficio per aver favorito patrimonialmente i due dipendenti Saravalle e Salvato, incaricandoli della direzione dei lavori (il primo) e della progettazione architettonica dell’intervento (entrambi). Da ciò, per tutti e tre, anche l’addebito di esercizio abusivo della professione d’ingegnere (le indagini, che vennero coordinate dal pm Carlo Introvigne, erano nate proprio dall’esposto del competente Ordine professionale).
All’udienza odierna, il sostituto procuratore generale ha chiesto di condannare gli imputati per malversazione ed esercizio abusivo della professione (con pene oscillanti tra 1 anno e 1 anno e 4 mesi di reclusione), nonché di assolvere dall’accusa di abuso d’ufficio. Un ragionamento che la Corte non ha seguito, pronunciandosi per la piena conferma della sentenza di primo grado, con l’assoluzione di tutte le persone a giudizio da ogni imputazione. Si conclude così, con l’appello, il giudizio di merito sulla vicenda.