In occasione della cerimonia di inaugurazione del Gran Paradiso Film Festival, in programma a Cogne lunedì 28 luglio, verrà presentata in anteprima la mostra diffusa La vita attorno a me di Donato Savin, progetto espositivo curato da Luisa Vuillermoz e organizzato da Fondation Grand Paradis.
Il vernissage, momento centrale della serata inaugurale, segna l’apertura ufficiale di un percorso artistico che si snoderà sul territorio fino al 30 aprile 2026.
“La vita attorno a me è più di una mostra – spiega una nota dalla Fondation –: è un’esperienza immersiva che invita a scoprire Cogne attraverso gli occhi di un artista capace di trasformare la materia in racconto. Le sculture di Donato Savin, nate in ascolto della natura e profondamente radicate nel paesaggio, abitano luoghi simbolo del paese: il prato di Sant’Orso, la piazza del Villaggio Minatori, la Valnontey e l’atelier dell’artista a Epinel”.
L’esposizione, oltretutto, è georeferenziata e fruibile attraverso l’app Visit Gran Paradiso, ed è accompagnata da La Sibilla del Gran Paradiso, avatar digitale basato su intelligenza artificiale che arricchisce la visita con storie, curiosità e percorsi personalizzati.
In occasione del vernissage, i partecipanti saranno omaggiati con il catalogo della mostra, realizzato da Fondation, che racconta in immagini e parole l’universo poetico e scultoreo dell’artista. La partecipazione all’inaugurazione è gratuita con prenotazione obbligatoria sul sito www.gpff.it.
Luisa Vuillermoz, curatrice della mostra, spiega: “L’originalità dell’arte di Donato Savin richiedeva un’esposizione altrettanto originale. Le sue sculture, nate in ascolto della natura, non potevano essere chiuse in uno spazio tradizionale. Per questo abbiamo ideato un format espositivo che dialoga con l’ambiente di Cogne, valorizzando angoli nascosti e offrendo ai visitatori un modo nuovo, libero e sostenibile, per esplorare l’arte: in sintonia con il paesaggio, con la memoria, e con il futuro”.
“Non ho mai cercato la pietra perfetta. Ho cercato quella che avesse qualcosa da raccontare – dice invece lo scultore Donato Savin –. Ogni mia scultura nasce così: da un incontro, da un’intuizione, da un gesto che non comanda ma ascolta. Lavorare con la pietra per me non è un lavoro, non è una passione: è un gioco. Forse non ho giocato abbastanza da bambino, e ora sto semplicemente recuperando”.
La connessione tra arte, spiritualità e natura delle opere di Savin sarà fruibile fino alla primavera 2026 a Cogne e fino al 31 dicembre 2025 al Forte di Bard, nella mostra Stele. Donato Savin.
