A Issogne una serata sulla devozione dei santuari “à répit”

L’incontro sarà tenuto dal prof. Pierpaolo Careggio che presenterà la ricerca, edita nel 1997 in un bollettino dell’Académie Saint-Anselme. L’appuntamento è per venerdì 26 novembre, alle ore 20.30 nell’auditorium presso le scuole.
L'Ostello sorge vicino al Santuario di Machaby
Cultura

La particolarissima devozione dei santuari “à répit”, l’usanza per i genitori di bambini nati privi di vita di portare le loro creature in una determinata chiesa (fra cui santuari mariani come Machaby) nella speranza che la potenza spirituale del luogo servisse a farli rinvenire per l’attimo sufficiente ad amministrare loro il sacramento del Battesimo, sarà il tema della conferenza del prof. Pierpaolo Careggio che si terrà venerdì 26 novembre, alle ore 20.30 nell’auditorium presso le scuole.

Questa pratica, documentata nei verbali delle visite pastorali e nelle periodiche relazioni sullo stato delle comunità trasmesse dai parroci al vescovo, è stata studiata in Valle d’Aosta dal prof. Pierpaolo Careggio, la cui accurata ricerca, edita nel 1997 in un bollettino dell’Académie Saint-Anselme, viene ora presentata al pubblico dal vivo.

Nella Valle d’Aosta del passato – si legge nella presentazione della serata – la religione occupava un posto di primo piano nella vita degli uomini, accompagnandoli dalla nascita fino alla morte in ogni istante della loro esistenza. Dettava loro le regole di comportamento morale, tendeva a soffocarne gli entusiasmi per le cose futili, li confortava con la forza della fede nei momenti tristi della malattia e del trapasso.

Nel Medioevo la Chiesa locale elaborò un proprio rito particolare, diverso dal resto della cristianità, caratterizzato dalla solennità delle cerimonie, dalle numerose processioni, dalla devozione ai santi locali. Accanto e contestualmente a questa liturgia ufficiale, il popolo ha sviluppato col tempo un modo più personale di esprimere la propria fiducia nella Provvidenza, fatto di preghiere specifiche contro ogni male, di gesti per proteggere la casa e la famiglia, di relazioni spirituali con i defunti e di altre credenze che non di rado incontravano la diffidenza delle stesse autorità ecclesiastiche”.

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