Al Forte di Bard dal 10 marzo la nuova edizione di World Press Photo

In esposizione, all’interno dell’Opera Mortai, le 140 immagini vincitrici e più rappresentative del 2019, divise in otto diverse categorie.
World Press Photo of the Year Yasuyoshi Chiba Agence France Presse
Cultura

Al Forte di Bard torna dal 10 marzo la nuova edizione di World Press Photo, il più prestigioso premio al mondo di fotogiornalismo. World Press Photo 2020 si conferma l’appuntamento che restituisce al mondo intero la enorme capacità documentale e narrativa delle immagini, rivelandone il fondamentale ruolo di testimonianza storica del nostro tempo. Il premio, giunto alla 63esima edizione, è stato ideato nel 1955 dalla World Press Photo Foundation, organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede ad Amsterdam.

In esposizione, all’interno dell’Opera Mortai, le 140 immagini vincitrici e più rappresentative del 2019, divise in otto diverse categorie: Contemporary issues, Environment, General news, Long Term Projects, Spot news, Nature, Portraits, Sport e Spot news. Le fotografie sono state scelte da una giuria di esperti internazionali che ha esaminato i lavori di 4.282 fotografi, provenienti da 125 paesi per un totale di 73.996 immagini. Sono arrivati in finale 44 fotografi, provenienti da 24 paesi, tra cui sei italiani.

Yasuyoshi Chiba è risultato il vincitore della foto dell’anno con Straight Voice. Lo scatto ritrae un giovane che, illuminato dai telefoni cellulari dei suoi compagni, recita poesie nel corso di una manifestazione di protesta che reclama un governo democratico per il Sudan, durante un blackout a Khartum, il 19 giugno 2019.
Ha spiegato il presidente della giuria Lekgetho Makola: “Soprattutto in un tempo in cui c’è molta violenza e molti conflitti, è importante un’immagine che possa ispirare le persone. E qui vediamo questo giovane che non sta sparando, non lancia sassi, ma recita una poesia. Esprime un senso profondo di speranza”.
Ad aggiudicarsi il premio “World Press Photo Story of the Year” è stato invece Romain Laurendeau con Kho, The Genesis of Revolt. Kho, nel colloquiale arabo nordafricano, significa fratello. Il reportage racconta il profondo disagio della gioventù algerina che, sfidando le autorità, ha spinto il resto della popolazione a unirsi alla loro azione, dando vita al più grande movimento di protesta dell’Algeria degli ultimi decenni.

Sei gli italiani sul podio: Fabio Bucciarelli, secondo premio nella sezione “General news, storie”, Lorenzo Tugnoli primo nella sezione “Contemporary issues, storie”, Nicolò Filippo Rosso terzo nella sezione “Contemporary issues, storie”, Luca Locatelli, primo nella sezione “Ambiente, storie”, Alessio Mamo secondo in “General news” e Daniele Volpe, primo per la categoria “Progetti a lungo termine”.

Tra le novità di questa edizione nell’allestimento al Forte di Bard, il The Winner Wall, un maxicombo di 3×5 metri di grandezza che presenterà le migliori foto vincitrici del premio Foto dell’Anno dal 1955, anno della prima mostra, ad oggi.

La mostra è aperta al pubblico dal martedì alle domenica dalle 10 alle 18. Le tariffe, 8 euro, ridotto, 7, scuole 5 euro.

 

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