Arrivano le “Piccole Donnole” per far germogliare la cultura nelle frazioni alte di Aosta

Elena Charbonnier, Nadine Charbonnier, Fabienne Coquillard, Luna Meneghini, Arnela Pepelar, Federica Pozzi, Raffaella Santamaria, Giulia Sedran e Livia Taruffi hanno creato un’associazione tutta femminile che si presenta con il progetto di una “Biblioteca diffusa”.
Piccole Donnole
Cultura

Nove donne, tre “frazioni alte” di Aosta, la voglia di fare, gli stimoli culturali, la creatività, l’attenzione verso temi sociali e la spinta ad animare i propri villaggi e comunità. Un mix eterogeneo e vulcanico che ha dato vita all’associazione femminile “Piccole Donnole” e al suo primo progetto, quello della Biblioteca diffusa, che finalmente sta per vedere la luce.

Un richiamo letterario alle “Piccole donne” di Louisa May Alcott, ma anche alla natura, ad “un animale difficilmente addomesticabile”, come si sentono loro. “Loro” sono Elena Charbonnier, Nadine Charbonnier, Fabienne Coquillard, Luna Meneghini, Arnela Pepelar, Federica Pozzi, Raffaella Santamaria, Giulia Sedran e Livia Taruffi, variegato gruppo di donn(ol)e diverso per età (la più giovane è del 1994, la meno giovane del 1967), provenienze, professioni, passioni, ma accomunate dall’attaccamento – per nascita, residenza o storia – con le frazioni di Arpuilles, Excenex e Entrebin, che vogliono valorizzare e rivitalizzare con la cultura.

La nascita delle “Piccole Donnole”

“Tutto nasce dal fatto che Ester Gallizioli, una donna che vive ad Arpuilles, stava cercando un’associazione a cui donare i numerosi libri di suo marito, Gianni Barbieri, scrittore e lettore appassionato, scomparso prematuramente. Un giorno, chiacchierando con Raffaella Santamaria, attuale vicepresidente dell’associazione, ci è venuta l’idea di una “biblioteca diffusa” qui sul territorio. Ne abbiamo parlato con altre amiche della zona ed erano tutte entusiaste, così ci siamo ritrovate in nove a lavorare su questo progetto e a fondare l’associazione”.

L’idea è quella di valorizzare, soprattutto attraverso la cultura, il territorio delle frazioni alte della collina di Aosta, promuovere il benessere degli abitanti e della comunità, creare luoghi e spazi di incontro e partecipazione e favorire la vitalità sociale e culturale, in questo che loro definiscono “il polmone della città: ce ne siamo accorte soprattutto durante il lockdown, andando a camminare o in bici. È un angolo di natura a poca distanza dalla città, frequentato da quelli delle frazioni, ma anche da persone di Aosta e da turisti”.

Il gruppo di Donnole è affiatato fin da subito, così nasce l’associazione: “Anche grazie all’aiuto del CSV abbiamo fatto le cose per bene, ci siamo costituite in APS e ci siamo iscritte al Runts, abbiamo curato tanti dettagli burocratici che non conoscevamo. Da statuto, il direttivo dell’associazione sarà composto solo da donne – o da chi si sente tale – ma può iscriversi chiunque. In realtà è stata una casualità che fossimo tutte donne, ma visto che lo siamo abbiamo pensato che fosse importante mettere in luce questo aspetto, che il nostro sguardo femminile potesse essere un valore aggiunto e che la nostra attività quindi potesse anche promuovere la consapevolezza sulle questioni di genere”.

Il progetto della Biblioteca diffusa prende sempre più forma e, grazie al sostegno del Comune di Aosta, sta per diventare realtà.

La Biblioteca diffusa: nove librerie, nove punti lettura tra villaggi, parchi e sentieri

All’interno dei tre villaggi sono stati individuati nove punti lettura – parchi, sentieri, giardinetti – dotati di sedute, in posti panoramici significativi del territorio. Un circuito ad anello in luoghi facilmente raggiungibili a piedi da tutti per favorire la lettura.

Nove artigiani, anche loro legati a Arpuilles, Excenex ed Entrebin, hanno costruito le nove librerie (che conterranno tra i 30 e i 50 libri ciascuna), progettandole e creandole appositamente per i luoghi in cui verranno sistemate. Ogni libreria è quindi unica – in legno, in ferro, o in altri materiali – ed è stata realizzata da Mario Bal, Samuele Ballerio, Enrico Besenval, Yves Besenval, Riccardo Charbonnier, Jan Durik, Massimo Lodi (insieme ai bambini delle frazioni), Dante Marquet e Massimo Pelliccioni. Anche in questo caso, un gruppo eterogeneo di artigiani: hobbisti, professionisti, giovani, meno giovani. “Anche loro si sono dimostrati subito super entusiasti, ci hanno messo molta passione e dedizione, ogni volta che ci incontriamo si trasforma in un momento di festa”, continua Arnela Pepelar.

“Le ragazze e i ragazzi del Servizio di educativa territoriale della cooperativa l’Esprit à l’Envers ci hanno aiutato a catalogare i volumi. I libri saranno a disposizione di tutti, potranno prenderli e leggerli sul posto, o portarli a casa e riconsegnarli in una delle librerie”, spiega ancora la presidente. “Ci affidiamo un po’ alla responsabilità e alla partecipazione di tutti. Ci saranno libri di tutti i generi e per tutte le età, ma non è un bookcrossing, i libri sono appunto catalogati prima di essere esposti”.

La presentazione del progetto

Il progetto della Biblioteca diffusa verrà presentato sabato 11 maggio alle 16 all’Arboreto di Entrebin. Sarà una sorta di “mostra a cielo aperto” associata ad un evento artistico in cui si potranno ammirare le nove librerie, ascoltare i racconti degli artigiani e delle “Piccole Donnole”, in cui il pubblico sarà condotto in un piccolo, ma intenso, viaggio che darà vita all’evento. Nelle settimane successive le librerie verranno installate nei nove punti lettura e la Biblioteca diffusa sarà finalmente fruibile. Durante la presentazione sarà anche possibile associarsi alle “Piccole Donnole”.

La Biblioteca diffusa è un punto di partenza dell’associazione: “Ogni volta che ci vediamo partoriamo un sacco di idee, siamo molto ispirate in questo momento e vogliamo organizzare eventi per la comunità e per vivacizzare i villaggi. In futuro ci piacerebbe anche avere uno spazio fisico, di aggregazione, ma intanto ci concentriamo su questo. Un pezzetto alla volta”, conclude Pepelar.

3 risposte

  1. Ho visto una cosa simile in Cadore, sulla ciclabile che da San Vito porta a Cortina, e anche a Morgex c’è il parco della lettura che più o meno si ispira alle stesse finalità del progetto delle piccole donnole. Nulla di nuovo, dunque, ma ben vengano progetti come questo nella nostra regione, dove la cultura non è proprio in cima ai pensieri dei nostri governanti…..

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