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“Au sud des montagnes, l’Afrique”, è online il documentario sull’emigrazione valdostana in Sud Africa

Il documentario è stato girato tra novembre e dicembre dello scorso anno a Città del Capo in Sud Africa, e ha messo in luce storie, luoghi e storie di vita di emigrazione mai raccontate prima.
Cultura

E’ finalmente disponibile online (qui sopra, ndr), dopo l’anteprima di giovedì scorso al Cinéma de la Ville di Aosta, il documentario Au sud des montagnes, l’Afrique (61′, 2024) sull’emigrazione valdostana nel mondo, presentato dall’Union de la Presse Francophone UPF (sezione valdostana), il Comité des Traditions Valdôtaines e la Fondation Chanoux,

Il film (è possibile selezionare i sottotitoli a scelta tra Italiano, Francese o Inglese) è stato girato tra novembre e dicembre dello scorso anno a Città del Capo in Sud Africa, e ha messo in luce storie, luoghi e storie di vita di emigrazione mai raccontate prima.

In particolare, il lavoro propone le storie di Ariane Questiaux (pronipote di Pierre Fromage, emigrato da Sarre nel 1910) che ha riscoperto le sue origini valdostane dopo un’importante lavoro di ricerca; di Irma Comé di Charvensod che ha deciso di trasferirsi in Sud Africa circa trent’anni fa proprio come Éric Conta, originario di Saint-Oyen, che trasmette la passione per la lavorazione dei prodotti tipici valdostani a suo figlio in Sud Africa.

Au sud des montagnes, l’Afrique
Au sud des montagnes, l’Afrique

La produzione ha permesso anche a quattro giovani valdostani di prendere parte al documentario dopo una prova di selezione alla quale si erano presentati 18 candidati: Fabio Droghese è stato responsabile del drone mentre Giulia Macello Violetta e Ludovica Mocci hanno curato la color correction e il mixaggio del documentario e Anaïs Montrosset ha realizzato le traduzioni e i sottotitoli.

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L’ideazione, la regia, le riprese e il montaggio del documentario sono invece di Joseph Péaquin, regista e Presidente dell’UPF Union de la Presse Francophone – sezione valdostana – sulla base delle ricerche svolte da Michela Ceccarelli, consulente scientifico della Fondation Chanoux e di Alessandro Celi, Presidente del Comité des Traditions Valdotaines. La logistica del progetto è stata curata di Patrick Perrier, segretario generale di Fondation Chanoux.

 

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