Candido: la ricerca della felicità in un mondo impossibile
21 Gennaio 2009
Con il 2009 ricorrono duecentocinquanta anni dalla prima pubblicazione del "Candide", scritto da Voltaire tra il luglio e il dicembre del 1758, e pubblicato l'anno seguente.
Candido, giovane ingenuo, iniziato alla filosofia di Leibniz dal suo maestro Pangloss, ha imparato che nella vita “tutto va per il meglio” e che questo mondo “è il migliore dei mondi possibili”. Voltaire, con quest’opera voleva demolire la filosofia leibniziana, dalle facili e schematiche interpretazioni, e Candido diventa lo strumento per farlo. Certo è che il tema della ricerca della felicità che Voltaire così interpreta, mantiene oggi intatta, la sua "modernità".
La ricerca della felicità sarà in realtà causa di continue sventure del giovane Candido, a partire dal bacio dato alla madamigella Cunegonda, figlia del castellano del maniero in cui egli è stato allevato, e che rappresenta la prima causa delle sventure del giovane. Scacciato dal castello Candido vagherà per il mondo, tra terribili avventure e incontri singolari che hanno il compito di disingannarlo sul conto delle dottrine del maestro, dimostrandogli come in realtà nel mondo tutto vada per traverso.
Candido, giovane ingenuo, iniziato alla filosofia di Leibniz dal suo maestro Pangloss, ha imparato che nella vita “tutto va per il meglio” e che questo mondo “è il migliore dei mondi possibili”. Voltaire, con quest’opera voleva demolire la filosofia leibniziana, dalle facili e schematiche interpretazioni, e Candido diventa lo strumento per farlo. Certo è che il tema della ricerca della felicità che Voltaire così interpreta, mantiene oggi intatta, la sua "modernità".
La ricerca della felicità sarà in realtà causa di continue sventure del giovane Candido, a partire dal bacio dato alla madamigella Cunegonda, figlia del castellano del maniero in cui egli è stato allevato, e che rappresenta la prima causa delle sventure del giovane. Scacciato dal castello Candido vagherà per il mondo, tra terribili avventure e incontri singolari che hanno il compito di disingannarlo sul conto delle dottrine del maestro, dimostrandogli come in realtà nel mondo tutto vada per traverso.
“Candido” è una ironica meditazione sul destino umano, sul senso della storia e sulla ricerca della felicità. La messa in scena di questo capolavoro ha coinvolto più generazioni del teatro: Emanuele Luzzati l'ha disegnato ed immaginato, Tonino Conte ha riscritto il testo, Emanuele Conte ne firma la regia. Ci sarà da ridere vedendo Bruno Cereseto nelle vesti di Pangloss, maestro bestiale sebbene unico, o Enrico Campanati che si sdoppia tra Voltaire e lo spettatore, per guidarlo alla scoperta del “migliore dei mondi possibili”? Ma anche Sylvia Bottini come Cunegonda e Pietro Fabbri che interpreta Candido e, con loro, Sara Nomellini, Alberto Bergamini, Luca Ferri e Lupo Misrachi.
Adattamento teatrale di Tonino Conte dal romanzo “Candide ou L’optimisme di Voltaire”, regia Emanuele Conte, scene e costumi Paola Ratto e Bruno Cereseto, tratte dai bozzetti di Emanuele Luzzati.
Con Enrico Campanati, Pietro Fabbri e altri attori della compagnia Teatro della Tosse, in coproduzione con il Festival della Scienza.
Con Enrico Campanati, Pietro Fabbri e altri attori della compagnia Teatro della Tosse, in coproduzione con il Festival della Scienza.