Aosta ha fatto ieri il primo passo per candidarsi come capitale europea della Cultura nel 2019, anno in cui sarà il turno dell’Italia e della Bulgaria di ospitare l’iniziativa. "Nella primavera scorsa – spiega l’assessore comunale Andrea Paron – ci è arrivata la notizia di questa opportunità, perciò abbiamo cominciato a riflettere sulle potenzialità del nostro Capoluogo e sulla possibilità di intraprendere un percorso del genere in un periodo di crisi".
Entro la fine del 2012, il ministero per i Beni Culturali inviterà le città italiane interessate a formulare, con la scadenza di dieci mesi, una propria proposta. Queste saranno vagliate da una commissione mista, con sette membri nominati dall’UE e sei dal Governo. "Con una delibera di Giunta – spiega Paron – abbiamo stanziato 12 mila e 500 euro per individuare un project manager che elabori un programma culturale e predisponga un dossier di candidatura".
Un’eventuale vittoria, non facile da ottenere, permetterebbe di beneficiare di fondi europei e statali per organizzare un anno di eventi culturali, manifestazioni, festival, fiere, concerti e mostre. L’ultima città italiana a guadagnarsi questo titolo, che è inteso come un mezzo per dare visibilità a livello internazionale, è stata Genova nel 2004.
"La nostra idea – afferma Paron – è quella di coinvolgere la Regione e l’Università della Valle d’Aosta per costituire un comitato promotore e portare avanti la candidatura". "Non sarà facile vincere – ammette poi – ma molte delle altre città italiane che parteciperanno sono già patrimonio Unesco o hanno avuto altri riconoscimenti di questo genere in passato e ultimamente c’è la tendenza, da parte dell’Europa, a valorizzare territori meno conosciuti".
Quest’anno l’ambito titolo è stato assegnato alla portoghese Guimarães, 160 mila abitanti, e alla slovena Maribor di 110 mila abitanti.