“Châteaux ouverts”, dal 4 al 26 agosto il Castello di Aymavilles si apre ai visitatori

Dopo il successo dell’apertura durante le Giornate del Fai a fine marzo sarà infatti l’edificio simbolo di Aymavilles a svelare i suoi segreti dopo il lungo restauro che ha vissuto tra le sue mura, per un cantiere-evento.
Il Castello di Aymavilles
Cultura

Sono passati diciott’anni e quasi dieci milioni di euro, 5 dei quali derivanti da Fondi europei, dai primi studi, ma finalmente il Castello di Aymavilles è pronto per essere restituito alla comunità. Restituzione “provvisoria”, ma il primo passo verso l’apertura auspicata per il 2019 è cosa fatta.

Dopo il successo dell’apertura durante le Giornate del Fai a fine marzo sarà infatti l’edificio simbolo di Aymavilles, dal 4 al 26 agosto, a svelare i suoi segreti dopo il lungo restauro che ha vissuto tra le sue mura, per il cantiere-evento inserito nella fortunata iniziativa “Châteaux ouverts” che negli anni scorsi ha visto 5800 persone visitare il Castello di Quart, nel 2016, e 5600 varcare la soglia del Castello inferiore di Arnad – il cosiddetto “Castello Vallaise” – lo scorso anno.

“La restituzione di questo grande lavoro di restauro – ha spiegato l’Assessore regionale alla Cultura Paolo Sammaritani – è importante, anche per far capire come l’amministrazione utilizza i soldi pubblici per valorizzare il grande patrimonio storico che ha la Valle d’Aosta. Il Castello di Aymavilles è un bene che merita di essere restituito ai valdostani prima ancora che ai turisti”.

Soddisfatta anche la Sindaca di Aymavilles Loredana Petey: “Il 3 agosto sarà una giornata indimenticabile per abitanti di Aymavilles, dopo decenni ci viene restituito il castello ristrutturato in tutta la sua magnificenza, che tornerà un punto di riferimento per il Comune e per tutta la nostra comunità, una delle tre perle del nostro territorio che assieme alla cripta della chiesa di Saint-Léger e al sito romano di Pont d'Aël porterà sviluppo economico ed un fattore importante di crescita”.

Memoria storica dei lavori al castello è il Soprintendente ai Beni culturali Roberto Domaine, che oltre al restauro tout court si focalizza su come la struttura sia, a livello accessibilità, moderna: “Il Castello di Aymavilles è importante – spiega – perché come gli altri rappresenta un’epoca storica e un modo di vivere. Con il restauro fatto abbiamo a disposizione un ‘palinsesto’ che racchiude la casaforte primitiva, il castello tre-quattrocentesco e tutte le sue trasformazioni barocche oltre alle decorazioni che un paziente lavoro permetterà di apprezzare nella loro vivacità cromatica e in un repertorio vario che va dalle suggestioni neogotiche, a quelle neobarocche, a quelle legate al mondo classico e persino egizie. Un luogo che punta sull’accessibilità a tutti grazie ad un intervento in una logica di democratizzazione della cultura, per il quale tutte le persone potranno accedere liberamente al castello, anche chi ha difficoltà di movimento, grazie ad un ascensore e non ad montascale, una violenza verso chi ha disabilità”.

La speranza, oltre al “cantiere-evento” è l’apertura definitiva che la Sindaca Petey, si lascia sfuggire, potrebbe arrivare nel 2019. Domaine ci scherza un po’ su, ma il proposito è concreto: “L’apertura nel 2019 è un obiettivo e una speranza – spiega il Soprintendente -, stiamo sollecitando tutte le strutture, anche perché mi permetterà di seguire il mio ultimo restauro prima di diventare un dipendente dell’Inps".

  

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