“Cliché”, quando la musica folkloristica supera gli stereotipi

È stato presentato ieri, lunedì 16 aprile, il progetto "Cliché, il folklore in un altro senso", lo spettacolo teatrale che si terrà in Cittadella il 28 aprile realizzato da La Clicca de Saint-Martin e l'Unione italiana ciechi e ipovedenti.
Cultura, Società

Musica, teatro e attenzione al prossimo, senza vittimismo, interagendo gli uni con gli altri, comprendendo le diversità ma lavorando sugli aspetti comuni.

Tutto questo è “Cliché, il folklore in un altro senso”, progetto ideato dal gruppo folkloristico la Clicca de Saint-Martin-de-Corléans in collaborazione – la la locuzione “in un altro senso” non potrebbe essere più azzeccata – l'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.

Un'iniziativa unica – nata con il sostegno del Consiglio regionale, della Fondazione Comunitaria VdA e la sezione valdostana dell'Irifor, l'Istituto per la formazione, ricerca e riabilitazione per la disabilità visiva – che si concretizzerà, sabato 28 aprile, in uno spettacolo teatrale/musicale in scena in Cittadella dei Giovani alle 17.30 e alle 21, in replica.

Dietro lo spettacolo, un lungo percorso insieme: “Questo non è un progetto – ha spiegato il Presidente de La Clicca di Aosta Marco Vigna, ideatore dell'iniziativa – ma un'esperienza ed una grande sfida personale, che ci ha permesso di crescere in primis come persone. Si uniscono due mondi apparentemente distinti ma con elementi in comune forti come la volontà di rompere i clichés e gli stereotipi per lavorare su aspetti in comune. Dopo una serie di incontri di approfondimento e per conoscerci abbiamo pensato di creare un 'terreno neutro', paritario, con l'Uici, in cui costruire in sinergia uno spettacolo”.

Spettacolo che alternerà momenti folkloristico/dinamici ad altri introspettivi e intimi, “Le due realtà che abbiamo unito in questo progetto”, come spiega Vigna, ma che non si ferma a questi due linguaggi: “Abbiamo coinvolto anche altri professionisti come Beatrice Albensi e Stefania Tagliaferri, ma anche altre forme artistiche come la fotografia ed il cinema, con i nostri incontri seguiti dal fotoreporter Jean-Claude Chinchéré, e dal regista Alessandro Stevanon che produrrà un documentario per narrare ciò che non è raccontabile a parole ma attraverso le emozioni e le sensazioni che abbiamo provato”.

Nel frattempo, lo spettacolo ha anche una “lunga coda”, che va verso una direzione precisa. Lo spiega Albensi: “Il documentario non servirà solo a tenere una traccia di questa esperienza unica, ma ha anche lo scopo di diffondere il percorso fatto assieme all'Uici e promuovere uno spaccato positivo e solidale della comunità valdostana. Abbiamo pensato di aprire anche una raccolta fondi via crowfunding sulla piattaforma 'produzioni dal basso' per le attività conclusive del film e per finanziare l'inserimento di un audiocommento per permettere anche ai non vedenti di godere dello stesso film”.

“Spesso gli spettacoli di questo genere – spiega invece Luigi Giunta, Presidente dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti – sono fatti 'da disabili per disabili', mentre qui non c'è una 'spettacolarizzazione' della disabilità ma, al contrario, è la dimostrazione che pur con dei limiti, spesso si possono fare cose che il giorno prima non si immaginava neanche. Questo progetto dimostra che 'includere' significa prendere una persona 'sotto braccio' e fare della strada assieme, è stata un'esperienza molto bella”.

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