“Collateral damages”, le foto di guerra di Borga al Museo Archeologico

L'esposizione del fotografo e giornalista, dal 12 ottobre al Mar, si concentra sui "danni collaterali" dei conflitti, ovvero le vittime civili. Un "viaggio" in 120 foto in bianco e nero dalla Siria all'Iraq, e da''Ucraina al Bangladesh.
Collateral damages Borga
Cultura

Si intitola “Collateral damages”, e non è una semplice mostra, ma la vera e propria “restituzione” di quanto gli occhi – e l’obiettivo – del fotografo e giornalista Ugo Lucio Borga hanno visto e “catturato” durante i suoi reportage che l’hanno portato a vivere in prima persona diverse zone del mondo insanguinate dalla guerra.

Un viaggio in 120 fotografie in bianco e nero scattate in Siria, Iraq, Ucraina e Bangladesh, che si concentra su uno degli orrori maggiori della guerra del “terzo millennio”: le vittime civili. I “danni collaterali”, quindi sacrificabili senza troppi scrupoli, del titolo della mostra.

Un lavoro, da sempre concentrato sulle guerre, che Borga conosce bene, vista la sua attenzione rivolta anche a quei conflitti che paiono “dimenticati”, alle crisi umanitarie e alle questioni sociali e ambientali.

Formato all’Accademia John Kaverdash, a Milano, dove ha conseguito tre master in fotografia di reportage, fotografia di moda e comunicazione visiva, Borga ha realizzato reportage di approfondimento in tutto il mondo coprendo, tra gli altri, la primavera araba, la guerra in Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sud Sudan, Libia, Siria, Iraq, Filippine, gli scontri religiosi nel nord del Libano, la dittatura Eritrea, il conflitto armato Ucraino e collaborando con alcune tra le più prestigiose pubblicazioni al mondo – tra giornali, riviste, radio e tv – come Time magazine, Time Lightbox, The Guardian, The Observer, The Independent, Die Zeit, Die Welt, frankfurter allgemeine Zeitung, Brigitte, l’Espresso, Il Giornale, Il Manifesto, Il Sole 24 Ore, Il Venerdì di Repubblica ed Il Corriere della Sera, tra gli altri.

L’esposizione, curata da Daria Jorioz e accompagnata da un testo critico di Marco Maggi, inaugurerà venerdì 12 ottobre, alle 17, al Museo Archeologico Regionale di Aosta e resterà aperta fino a domenica 31 marzo 2019 con orario da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Il costo del biglietto d’ingresso è di 3 euro intero, 2 euro ridotto; ridotto 50% Alpitur; entrata gratuita per i minori di 18 anni.

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