Don Camillo, Peppone e il Crocifisso che parla

Lunedì 15 novembre alle ore 21 al Convitto Regionale “F. Chabod” Egidio Bandini, Presidente del “Club dei Ventitrè parla della figura e dell’opera di Giovannino Guareschi
Don Camillo e Peppone
Cultura

Guareschi, è uno degli scrittori italiani più venduti al mondo ed è il creatore del noto Don Camillo, il parroco che parla con il Cristo dell’altare maggiore e al quale chiede spesso consiglio nella “battaglia” con Peppone, il sindaco comunista del paese. Don Camillo parla spesso con il crofecisso. All’inizio del Mondo piccolo, per liberarsi dai falsi ortodossi, Guareschi dice: “se ve la prendete con il fatto che faccio parlare il Cristo, sappiate che il Cristo di cui parlo è il Cristo della mia coscienza. Cosa vuol dire? Che il Cristo che parla è il Tu, il Tu che c’è nella realtà e che c’è dentro di te. Questo Cristo è il Cristo oggettivo che ti parla dentro, è il Tu con la “t” maiuscola, con cui ognuno ha a che fare”. Da questa premessa prenderà il via l’incontro dal titolo “Don Camillo, Peppone e il Crocifisso che parlaIl Mondo piccolo di Guareschi” che si terrà lunedì 15 novembre alle ore 21 nella Sala delle Conferenze del Convitto Regionale “F. Chabod”. Organizzata dal Centro culturale Alfonso Commod, la serata vedrà in veste di relatore Egidio Bandini, Presidente del “Club dei Ventitrè” Associazione che promuove la figura e l’opera di Giovannino Guareschi. Presenterà la professoressa Paola Poggio, docente di Letteratura Italiana e Storia presso il Liceo “Regina Maria Adelaide”.

L’educazione è un fattore fondamentale del mondo narrato da Guareschi, e don Camillo e Peppone erano due grandi educatori- si legge nella presentazione della serata –  Don Camillo non smette mai di educarsi e di educare. Si mette in discussione dopo ogni errore: è un passionale che ha fede, che ha umanità, che crede profondamente nella gente che gli sta intorno, ma che capisce di sbagliare. Questo continuo ammettere l’errore e ricominciare è l’educazione cui si sottopone e a cui sottopone la gente del paese. Peppone stesso è uno che, nonostante si fosse in un periodo di totale ideologia, quella che Guareschi bollava con il suo Candido, lotta contro questa ideologia in nome del desiderio vero di giustizia. La loro è un’educazione continua del popolo che hanno intorno. Giovannino Guareschi ha tenacemente difeso la sua diversità culturale, senza piegarsi mai a quello che oggi chiameremmo «politicamente corretto» (e può essere tale anche la mania di negare e contestare tutto)”.

 

 

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