“Filmare la montagna”, un viaggio lungo cento anni ad Aosta

Stasera conferenza del critico Carlo Chatrian sul rapporto tra il cinema e la montagna, segnato dall'evoluzione tecnologica e dello sguardo. L'appuntamento è alle 21,00 in biblioteca regionale.
Carlo Chatrian
Cultura

La montagna, archetipo di ogni ascesa, reale o metaforica, è stata spesso utilizzata nel cinema. Questa sera il critico cinematografico Carlo Chatrian, consulente della Cinémathèque suisse e della sezione cinema della Saison culturelle di Aosta, e direttore della Film Commission Vallée d’Aoste, racconterà la storia della montagna attraverso il cinema, e la storia del cinema attraverso la montagna: i due piani, infatti, si compenetrano.
E’ un viaggio, quello proposto, lungo cento anni, a partire dalle prime riprese sul tema. La montagna è stata raccontata, immaginata, ricostruita, messa in scena. Da parete fondale, la montagna è diventata il terreno instabile da percorrere coraggiosamente, telecamera in spalla, e infine uno spazio violato da mille occhi digitali, telecamere, macchine fotografiche, telefonini, riprese aeree. Analogamente, nell’immaginario collettivo la montagna è cambiata profondamente: da sfida per i grandi esploratori, si è trasformata in una palestra sportiva all’aperto e poi in una meta di consumo, ma non ha perso del tutto la capacità di raccontare simbolicamente l’uomo e la natura. L’appuntamento è alle ore 21,00, in biblioteca regionale, ad Aosta, e si inserisce nella rassegna “4 vedute sulla montagna”.
 

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